Giuseppe Billè: il 25 settembre “votate i cattivi”

Presentazione del candidato

Giuseppe Billè, nasco a Messina, città in cui vivo da 55 anni, e in cui da oltre 25 esercito la professione di ragioniere e perito commerciale.

Lo slogan da me scelto  per la campagna elettorale è: “Stavolta votate i cattivi”. È così che vengono descritti e definiti i milioni di cittadini che, non vogliono e non hanno voluto adeguarsi alle imposizioni, restrizioni e limitazioni delle libertà personali e collettive, attraverso strumenti coercitivi antidemocratici e dispotici.

Che hanno difeso e difendono tenacemente il proprio diritto di scelta e il principio incancellabile dell’autodeterminazione dei popoli. Insomma i “cattivi” 4.0.

 

Le nostre parole di riferimento:

Sovranità, lavoro e Stato sociale, indipendenza energetica, uscita dall’Unione €uropea e dalla Nato, lotta al green-pass e all’obbligo vaccinale, denuncia della gestione criminosa della pandemia contro ogni logica emergenziale.

 

Sintesi dei principi generali:

Difesa e attuazione della nostra Costituzione, unica “arma” democratica per rompere i “vincoli esterni” che, come catene, vincolano il Paese

a decisioni che vengono prese da sovrastrutture nazionali, prive di qualsiasi riscontro “democratico” ma a cui lo Stato, il Governo e

il Popolo vengono sottomessi.

 

Azione fondamentale su cui agire:

È necessario il ritorno alla “sovranità monetaria”, il sistema economico/finanziario “ordoliberista” in atto, che ancora si tenta di mantenere in vita a salvaguardia dei privilegi dei pochi, ma facendone pagare il costo ai molti, è marcio. Ben 20 anni di €U, Trattati e moneta unica, sono lì a dimostrarlo, tutto quello che ci hanno detto sarebbe accaduto se non fossimo entrati nell’€uro, si è verificato proprio restandoci dentro.

Mi è stata data l’opportunità di candidarmi in una coalizione che, nonostante le varie estrazioni ideologiche, ha saputo focalizzare in pochi punti un programma che mi sento di condividere appieno. Un programma che si basa e si ispira ai principi costituzionali fondamentali e al ruolo dello Stato all’interno della vita di tutti i cittadini e dell’economia.

 

Siamo quelli che portano avanti idee, progetti e lotte comuni; quelli che non vogliono morire per Maastricht, né per Washington, né tantomeno per l’€uro, siamo quelli che non vogliono andare in Parlamento per ratificare decisioni prese nelle cabine di regia, dal governo o fuori dall’Italia. Il Parlamento deve tornare a essere il luogo dove vengono portate le esigenze e le richieste dei cittadini ed in cui la politica si  confronta sul modo e sui mezzi per attuarli.

Ringrazio il direttore di IMG Press per avermi ospitato, e i suoi lettori.

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