
Il Documento programmatico di bilancio prevede che le banche devolvano 4,5 miliardi per due anni, più 2,5 miliardi per il terzo. In tutto 11,5 miliardi, parte dei quali sarà strutturale: soldi non prestati, come lo scorso anno, ma nuove tasse.
E’ il metodo che il governo sta mettendo in atto per il prelievo dei cosiddetti extraprofitti. Che alcuni vorrebbero che lo Stato incassi sostenendo che le banche hanno guadagnato molto in un certo periodo, pur se legalmente, e che a posteriori si debba prelevare quel di più che secondo loro va oltre il giusto… extraprofitti, per l’appunto.
Un metodo che è il contrario di un’economia di mercato, e che fa eco a regimi dove vigono i monopoli e il potere politico decide quanto e come chiunque debba guadagnare. Nel nostro caso ancora più “asfissiante” perché sarebbe un prelievo a posteriori.
Il recupero degli extraprofitti affascina sia partiti di governo che di opposizione. Quando entrambi, per leggi di bilancio o proposte di alternativa di governo, non sanno dove andare a prendere i soldi, invece di rimettere in discussione le proprie politiche senza gambe, auspicano questi prelievi usando il proprio potere o, come nel caso dell’opposizione, il fascino della punizione verso chi è diventato ricco grazie ad un sistema che consente questi guadagni.
Secondo noi il problema, soprattutto nel governo che sta stilando il documento programmatico di bilancio, non è come farsi dare, più o meno “dolcemente”, questi soldi, ma proprio pensare che ci possa essere una qualche legittimità in questa pretesa. Il nostro regime politico ed economico dovrebbe essere stravolto dalle fondamenta perché si proceda a questi prelievi. Con danni alle imprese, ai lavoratori e ai consumatori. A partire dal venir meno della certezza di diritti e doveri.
Il mix di potere e monopoli è storicamente responsabile di disastri e impoverimenti pubblici e privati. “Asso pigliatutto” di chi è incapace e considera cittadini e imprese al pari di sudditi.
Sappiamo che all’interno della maggioranza di governo non tutti sono d’accordo con questo prelievo. Saranno questi “dissidenti” in grado di far fronte alle lusinghe dei propri partner?
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc