ENNIO ANTOCI: SE A MESSINA SALTANO DIRITTI E DOVERI, CI RIMETTONO I PIÙ DEBOLI!

La sceneggiata delle dimissioni del sindaco di Messina, Cateno De Luca, non può non interrogarci come persone, prima che come organo d’informazione e come cittadini. Ma deve interrogarci anche come cittadini di uno Stato di diritto. Perché questa brutta pagina politica ci ricorda, nella maniera più violenta e brutale, che dove non si afferma legalità e dove non si governa il degrado, vince la prevaricazione di chi in quel momento possiede l’arma più potente o la spregiudicatezza maggiore e prima o poi finiscono per pagare i più deboli.

Dopodiché possiamo discutere sulle modalità del governare, ma è difficile immaginare che quel verbo, verso il quale siamo tentati a volte di provare insofferenza, non possa passare per un giusto equilibrio di prevenzione e controllo. Quando mancano, al di là della buona volontà delle persone, l’uno o l’altra o, peggio, entrambi – per incapacità, perché non si sa come fare, per mancanza di volontà, di mezzi, di strategia – non è difficile immaginare che, a forza di lasciare che sia, per anni, a volte per decenni, finisca per prevalere nella convivenza qualcosa di diverso dal sistema di regole previsto dallo Stato. Ne abbiamo parlato con Ennio Antoci, attento osservatore delle trame di Palazzo Zanca. Ed è oggettivamente difficile immaginare fragilità maggiore di una città che muore per mancanza di regole e serietà – in un Palazzo che si presume civile – senza che nessuno riesca a difenderla.

La kermesse delle dimissioni burla ci dice molto dell’uomo Cateno. Perché quello che si è visto finora in Consiglio comunale, per gestione oculata di una comunità, è davvero ben poco, a parte la bagarre in aula, culminata con insulti,  risse verbali e fughe in avanti. Ma davvero i cittadini meritano questa classe politica?

Vede direttore in un’elezione amministrativa, a differenza di quanto accade per le elezioni politiche, i cittadini si recano alle urne e scrivono il nome di questo o quel candidato sulla scheda, quindi compiono una scelta consapevole finalizzata all’indicazione di una precisa persona; la conseguenza è che i candidati che risultano poi eletti sono frutto della volontà popolare, e ciascuno di loro ha pienamente diritto a sentirsi legittimato a rappresentare una determinata comunità, essendone rappresentante a pieno titolo. Di contro chi con un voto democratico ha scelto questo o quel rappresentante lo ha fatto ritenendolo degno del mandato che andava a conferirgli, è la regola del cambiamento fatto con la matita all’interno della cabina elettorale. Non vi è alcuna ragione oggi per scandalizzarsi di fronte alla porcata andata in scena nell’aula consiliare qualche giorno fa, questi sono i teatranti, questo è il loro livello, questo l’unico spettacolo che avrebbero potuto offrire, uno spettacolo perfettamente in linea con tutti gli altri copioni messi in scena dal giugno 2018 a oggi.

Il sindaco fa i comodi suoi in piazza anche quando indossa la fascia tricolore, ma i malumori per questa tattica bizzarra e inconcludente cominciano a farsi sentire anche nella pancia dei messinesi: risanamento, lavoro, progetti di riqualificazione dei quartieri,  commercio, salute, sicurezza. Perché nessuno organo istituzionale interviene per il bene della città?

Quelli che lei definisce “comodi suoi” in realtà fanno parte, anzi sono parte fondamentale, della strategia De Luca, gli show, come ho già avuto modo di dirle, servono a distogliere l’attenzione dei cittadini dai problemi concreti; lo fa sempre sposta sempre l’attenzione dove più gli conviene per distoglierla dalle falle amministrative, il personaggio è questo. Messina gli serviva e gli serve come trampolino di lancio per le sue personalissime ambizioni, ed i toni si alzeranno sempre più man mano che ci si avvicina al rinnovo dell’Assemblea Regionale. Che nessun organo istituzionale intervenga non mi pare sia più così, non più tardi di due giorni fa si è registrata l’irruzione sulla scena del Procuratore Dott. De Lucia, il quale non solo è legittimamente intervenuto, ma lo ha anche fatto in modo pesante; aver denunziato l’utilizzo strumentale a proprio uso e consumo della sezione di P.G. della Polizia Municipale non è cosa di poco conto e non credo sia fatto che cadrà nel dimenticatoio. Non ho il piacere di conoscere il Procuratore della Repubblica, ma ritengo che una figura professionale come la sua, persona abituata a coordinare un pool di magistrati che si dedica ad indagini penali di non poco conto, sente non solo il dovere di intervenire, ma per di più interviene muovendo pubblicamente rilievi precisi, e spingendosi addirittura al punto di richiamare la Polizia Municipale ad operare nel rispetto dei dettami di Legge, vuol dire che qualcuno è andato un po’ “oltre”.

Come giudica il comportamento degli organi d’informazione? Ha senso dare spazio alle gag di De Luca? Non sarebbe meglio ignorarlo così da togliergli i riflettori?

Tutti voi a mio avviso fate il vostro lavoro con un’informazione puntuale e precisa, e del resto è giusto che il Sindaco della Città di Messina abbia i suoi spazi che non devono essere sottrarti nemmeno in caso di spettacoli indecorosi; il basso profilo, e mi limito a giudicarlo e definirlo tale,

Da oggi si riparte: immaginiamo che sarà il solito show, già preannunciato dalla baracconata di De Luca. Ci manca solo che il sindaco arrivi al Comune su un monopattino elettrico trasformato in carrarmato. Speriamo che i messinesi finalmente si sveglino e in piazza scendano loro per ribadire una volta per tutte di  essere stufi di queste trovate. Che preferirebbero vedere qualche risultato politico che non fosse il lancio delle uova (metaforicamente parlando) sul nemico di turno del sindaco.

E di cosa dovremmo meravigliarci? Abbiamo visto una moto scendere le scale di Palazzo Zanca, lo abbiamo visto inscenare uno show a Piazza Cairoli per l’accensione dell’albero consapevole dell’assembramento che si sarebbe creato, lo abbiamo visto posare sotto l’albero di Natale collocato a  Palazzo Zanca attorniato da uno stuolo di donne che non si capisce cosa volessero rappresentare, quindi di cosa dovremmo stupirci? E’ il Sindaco della Città, è il Sindaco scelto dai messinesi, ha dalla sua parte la legittimazione popolare per cui in atto la scena è sua… prima o poi, come avviene per ogni rappresentazione teatrale, calerà il sipario