
Roma – “Ci troviamo di fronte a una realtà inaccettabile, dove le difficoltà quotidiane superano di gran lunga la gratificazione di curare e assistere i cittadini e ci saremmo aspettati che le aziende sanitarie fossero al nostro fianco, dalla parte di chi ogni giorno si impegna per garantire la salute della collettività.
Invece, troppo spesso ci sentiamo soli, abbandonati di fronte a problemi che minacciano la nostra capacità di lavorare serenamente e, di conseguenza, la qualità dell’assistenza offerta ai pazienti.
Oggi diamo il via alla prima fase di azioni concrete, a partire dalla denuncia alle autorità giudiziarie competenti di 50 aziende sanitarie. E non ci fermeremo qui, andremo avanti coinvolgendole tutte, perché questa situazione non è più sostenibile in nessuna realtà del nostro Paese.
Vogliamo che tutti vengano a conoscenza di cosa accade realmente all’interno dei nostri ospedali. E per questo scriveremo un ‘libro bianco’, un documento che raccoglierà testimonianze, dati e fatti inequivocabili sulle condizioni in cui versa la sanità pubblica e su come queste condizioni impattino direttamente sul lavoro dei medici.
A partire dalla mancata sicurezza sui luoghi di lavoro. È incredibile come, a distanza di anni dalla legge del 2008 che imponeva la messa in sicurezza delle infrastrutture sanitarie, molte realtà siano ancora inadempienti. Come possiamo garantire la salute degli altri se la nostra stessa incolumità non è tutelata?
Oggi denunciamo inadempienze contrattuali che ledono i nostri diritti più elementari: premialità non riconosciute, ferie e giorni di riposo negati, persino il diritto di accesso ai documenti è ostacolato. Ci troviamo a dover lottare per regole elementari, per quelle condizioni minime che ci permetterebbero di svolgere il nostro lavoro con dignità ed efficacia.
Non chiediamo favori, chiediamo collaborazione. Una collaborazione che deve partire dal rispetto delle regole, dei contratti, della dignità professionale di chi ogni giorno si spende per la salute pubblica. Sentiamo forte l’obbligo etico, morale e sociale di difendere il Servizio Sanitario Nazionale. Un sistema universalistico che rischia di sgretolarsi sotto il peso di inadempienze e disattenzioni. Non possiamo rimanere inerti di fronte a questo scenario.
Chiediamo di prestare ascolto alla voce dei medici e dirigenti sanitari, di comprendere le nostre difficoltà, di collaborare con noi per costruire una sanità pubblica più sicura, più efficiente e più umana”.