
Abitare in una città come Messina continua a suscitarmi svariate riflessioni sui fatti della vita. Tipo le tre cose che non mi avranno mai: il padel, i video su tik tok e i post in cui mi vanto, enfaticamente e con argomentazioni inoppugnabili (oltre che corredate di correttissime schwa e asterischi), di aver bloccato qualche commentatore molesto. A prendere molto sul serio la questione si scivola nel pessimismo più nero.
In compenso mi fanno tenerezza alcuni stimatissimi professionisti – dall’università, ai media, per non dimenticare gli stregoni dello sport -, che pubblicizzano i loro successi per iniziative complicatissime (?) ed estremamente utili alle sorti dell’umanità (?), salvo accompagnarli con post infarciti di errori che nemmeno in seconda media… Consoliamoci il rimedio non esiste. Certo, a leggere i loro curriculum sono dei campioni del mondo. Certo!
Che siano di valore è un altro discorso e il discorso porta più in là. Al doping che imbeve il caffè ma non solo, doping che accelera il percorso formativo, la carriera, i titoli accademici. Doping che è sotto gli occhi di tutti, che a molti sta bene (!). E’ un doping che non ha a che fare con l’ematocrito, non è sottoposto a controlli. Dilaga: è la sola legge. Le raccomandazioni ci sono sempre state, ma anche il senso del limite che adesso non c’è più. Le regole, nemmeno.
L’unica certezza è il continuo circolare dei veleni, il progressivo dispiegarsi dentro la comunità di forze opposte. E così, mentre la “curva” esibisce il solito striscione contro chi dice “NO”, il comunicatore del SISTEMA afferma che “tra un po’ comincerà la nostra rivincita”. Come se avessero smesso di incassare parcelle, economi e uffici stampa. E’ la prova di un’evidenza, quella di una Messina bifronte fino al prossimo terremoto giudiziario. Sì, il discorso è chiuso. Questo merito del piffero… Comunque penso che la gente possa essere soddisfatta di una classe di professionisti così.
Domanda: danno fastidio i cani da guardia? Sempre. Sotto tutti i regimi, qualunque sia il sistema politico e a qualsiasi latitudine. Ecco perché non riesco ad appassionarmi ai loro progetti, ai loro proclami. In questo microcosmo da spiaggia, per non dire peggio, mi pare che il nostro sindaco di Sicilia (Cateno De Luca) stia facendo l’ultimo passo, in beata incoscienza. A grandi e piccoli colpi. Il lessico, i numeri di cambio di casacca, le norme, le abitudini, le entrate, le uscite, i bilanci. E di fronte a questa parola, le altre scompaiono, perdono diritto di cittadinanza. Ci sono pagine di cronaca politica che sembrano ormai bollettini di borsa. Approfondimenti, etica, trasparenza, rapporti umani (aggettivo in ribasso, lo so) niente. Possibile che basti l’arrivo a Palazzo Zanca di Federico Basile a sancire il divorzio tra Cateno e Dafne Musolino? E che cosa non è andato per il verso giusto tra Renato Schifani – Cateno De Luca e Marcello Scurria? Cosa ha fatto in carriera Salvo Puccio per valere tutti questi importantissimi incarichi?
Sono questioni da bar dello sport o da cronaca giudiziaria? Con tutto quello che accade in città, in Sicilia, non se ne può più di sentir dire a dei personaggi di relativo talento (!): “Sono un professionista”. Ma certo, quando conviene a voi, belle gioie. Provate a chiedere a chi fa funzionare il bilancio di famiglia, pur con una busta paga misera, se fanno saltare un pasto o una visita dallo specialista per moglie e figli, non rispettando un impegno scritto… Perché nel mondo normale c’è ancora gente che rispetta la parola data, non dico un contratto con gli elettori che lo hanno votato.
P.S. Durante la mia esistenza ho perso molti treni – stavo per perdere pure l’esistenza -, perché arrivato in anticipo nel raccontare la cronaca e mai pronto a salire (immediatamente) sul carro del vincitore. Cateno De Luca e compagnia danzante: è apprezzabile questo vostro impegno fin da subito, ma anche meno… Spiegatemi, però, qual è allora il confine tra astuta gestione e ricatto? Perché questo sistema è immerso fino al collo nell’assenza di regole? Finanziamenti milionari, arroganza, cinismo hanno preso il posto di competenza, etica, civiltà, rispetto. Proprio una bellissima epoca politica, per chi ci marcia e finché dura.