#Barcellona P.G., i #numeri e il cuore

Barcellona P.G.: quando si parla di numeri vi sarebbe poco da discutere a meno che si aspira a essere scienziati, per i quali 2+2 potrebbe fare pure 5. I due comizi di domenica scorsa al di là della naturale dose di propaganda, per la quale responsabilmente di fronte al rischio concreto di un fallimento ci si dovrebbe astenere, gli interventi sono stati utili per capire i due itinerari da seguire per portare alla luce un qualche risultato nell’interesse di Barcellona P. G…

 

1) La destra ha rappresentato di voler utilizzare il #fondo_di_rotazione per spalmare nei prossimi vent’anni i debiti con lo #Stato che anticiperebbe in questo modo la somma sufficiente a pagare i fornitori ed i prestatori d’opera dell’ente;

2) la sinistra, invece, ha inteso promuovere un percorso#senza attingere dal fondo di rotazione, tentando di soddisfare i creditori con forme di rateizzazione che l’amministrazione comunale dovrà trovare il modo e ricavare dai fondi erariali le disponibilità finanziarie utili a negoziare con i creditori un punto di incontro risolutivo tra dare e avere.

Le differenze non sono di poco conto ove si consideri che se le richieste di fornitori e prestatori d’opera si formalizzassero in azioni giudiziarie vi sarebbe conclamata la decozione di un comune non più in grado di assolvere ai propri obblighi di debitore. Purtroppo credo che scarnificando di tutte le ampollosità del tutto faziose delle parti politiche l’unica strada percorribile è e rimane quella di attingere dal fondo di rotazione, poiché ragionevolmente è la sola strada di finanziamento che potrà dare luogo a una redistribuzione di risorse che consentirebbe di pagare gli stipendi, di portare a compimento gli investimenti finanziari, di contenere le tariffe applicabili per tasse e tributi e onorare gli impegni assunti con i terzi (appaltatori, fornitori, professionisti).

In questo senso si eviterebbe che gli amministratori venissero identificati come “malu pagaturi”, messi a guidare un #ente_scroccone (ca mani cutta pi dari e a manu longa pi pigghiari) che si traduce in una sintesi immorale e ed inadeguata. Purtroppo, ove si compisse questo nefasto presagio, il problema del fallimento va a ricadere su tutti i cittadini che saranno legittimati dal cattivo esempio reso dagli amministratori a non pagare più i servizi, che d’altronde vengono erogati male.

Di questo soprattutto si dovrà tenere conto nel prossimo consiglio comunale convocato per il 6 novembre p.v., quando di dovrà votare o l’una o l’altra opzione. Purtroppo i numeri non sono opinabili e la logica è stringente: o si evita il fallimento o si muore tutti, per cui chi amministra dovrebbe quantomeno evitare di rendere fraudolenta la bancarotta. Questa volta bisogna andare dove porta il cuore, non certo il calcolo partigiano di una fazione.

Rino Nania