ARTICOLO UNO: SUL PONTE UN INSOPPORTABILE CONFORMISMO

Rimaniamo convinti, come più volte ribadito negli ultimi mesi, che Messina avrebbe bisogno di un dibattito ampio e articolato, capace di attraversare tutte potenzialità dello sviluppo locale, specie in un periodo come questo nel quale, nei prossimi mesi e anni, potrebbero arrivare numerose risorse dal Governo nazionale e dall’Unione Europea.

Il confronto, specie tra i soggetti istituzionali, è, invece, unicamente incentrato sulla realizzazione del ponte sullo Stretto, che è tornato di attualità proprio in relazione ai potenziali finanziamenti. Si torna a ragionare della grande opera “salvifica”, mentre invece un classe dirigente avveduta, anche sulla scorta di ciò che è accaduto negli ultimi cinquant’anni, dovrebbe ragionare con un approccio completamente diverso confrontandosi sulle diverse opzioni dello sviluppo locale, nei diversi ambiti e settori.

Spesso chi pone dubbi e contrarietà alla realizzazione dell’attraversamento stabile sullo Stretto viene accusato di avere una posizione ideologica, ci pare invece che il dogmatismo del fronte del si abbia in sé una mal celata forma di idelogismo.

Il trasversalismo emerso anche negli ultimi giorni ha il sapore di un insopportabile conformismo, con la corsa ad accreditarsi come pro-pontisti senza se e senza ma, come se questa scelta non avesse a che fare con una visione politica dello sviluppo del territorio. Alcune questioni hanno caratteristiche di estrema emergenza e urgenza innanzitutto la situazione critica del sistema sanitario, quindi il dissesto idrogeologico, le infrastrutture materiali e immateriali, la rete stradale e ferroviaria, i sistemi portuali. Dentro la loro soluzione ci sono potenzialità di sviluppo e lavoro. Discutere unicamente di ponte, convincendosi che rappresenti di per sé la soluzione a tutti i problemi è un approccio vecchio che non coglie la complessità dei problemi come più volte ha evidenziato il Ministro per il Sud, Peppe Provenzano lanciando una strategia per il mezzogiorno politicamente definita.

In quest’ottica ci domandiamo se le posizioni espresse dall’On. Pietro Navarra, insieme alla collega calabrese Enza Bruno Bossio, siano rappresentative del PD siciliano e messinese, in particolare. Riteniamo grave il silenzio dei gruppi dirigenti locali del Partito Democratico a meno che non abbiano delegato Navarra ad esserne portavoce.

In questo periodo di crisi sanitaria, in ragione di una disastrosa emergenza socio-economica, occorre aprire, con coraggio, un confronto serio sulle prospettive dello sviluppo locale senza inseguire le prime pagine o il facile consenso. Si apra un dibattito sul modello di sviluppo e su una visione organica della città a breve, medio e lungo termine. C’è una parte di Messina che pretende proposte dalle forze democratiche e progressiste: il PD – se c’è – batta un colpo.

Maria Flavia Timbro

Segretaria Nazionale

Articolo UNO

 Domenico Siracusano

Segretario Provinciale

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