AMBIENTE: DAL PAPA UN ALTRO ATTO DI CORAGGIO CONTRO LA CRISI CLIMATICA

È stata resta nota oggi l’Esortazione “Laudate Deum” di Papa Francesco, interamente dedicata al Cambiamento Climatico. Il WWF apprezza questo ulteriore atto di coraggio del Papa che, di fronte a una minaccia provocata dall’azione umana e in particolare dall’uso dei combustibili fossili, si leva per richiamare le istituzioni multilaterali, i governi, le comunità e i singoli alle proprie responsabilità.

CHI OGGI DETIENE IL POTERE RISCHIA DI ESSERE RICORDATO PER LA PROPRIA INCAPACITÀ DI AGIRE QUANDO ERA URGENTE E NECESSARIO FARLO

“L’esortazione di Papa Francesco ci riporta alla realtà del nostro tempo, ed è una voce che si alza con forza verso coloro che oggi detengono il potere e rischiano di essere ‘ricordati per la loro incapacità di agire quando era urgente e necessario farlo’ e, allo stesso tempo, un incitamento ai singoli, alle famiglie e alle comunità affinché aprano gli occhi e comincino ad agire”. Lo dichiara il presidente del WWF Italia Luciano Di Tizio che aggiunge: “Papa Francesco conferma di aver ben chiara la centralità della cura della nostra ‘casa comune’ e si rivolge trasversalmente a tutti.

“La sua esortazione appare come una chiamata all’azione, dall’ambito globale – rendere efficace il multilateralismo – all’importanza di cambiare gli stili di vita dei singoli e delle famiglie, anche in termini quantitativi”. Aggiunge Di Tizio che conclude: “Il Papa si schiera nettamente a favore della transizione energetica ed ecologica, una transizione giusta, che può imprimere una svolta all’azione climatica e tutelare le persone”. ‘Dobbiamo superare la logica di apparire sensibili al problema e allo stesso tempo non avere il coraggio di fare cambiamenti sostanziali’, dice: questo è il cuore del problema oggi. Non è concepibile che questa chiamata cada nel vuoto: dalle risposte che arriveranno emergeranno i leader del futuro”.

Da Papa Francesco, infine, è venuto anche un riconoscimento del ruolo della società civile che ha aiutato e aiuta a ‘compensare le debolezze della Comunità internazionale, la sua mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la sua carenza di attenzione rispetto a diritti umani’.