
Siamo onesti: non se ne può più di quel che accade a Messina. Finita l’ossessione del Messina Street Food Fest, con piazza Cairoli affollata di persone fino a tarda sera (?) che hanno atteso il verdetto finale e la nuova classifica che riconosce la vittoria nelle due rispettive categorie, quella del salato e quella del dolce. Insomma, finita l’orgia dei cartoncini con comete dorate, baracche, cantori stupidotti che celebrano la Messinesità d’operetta: pace agli uomini di buona volontà e in culo alla balena.
Peccato che non si sono neppure accorti che in città si sparacchia per qualche grammo di polvere bianca e, nelle periferie, si fa la conta dei danni. Ma niente paura cittadini dello Stretto nelle chiese, nei templi, nelle sale di Palazzo Zanca si predica: siamo tutti fratelli, tranne che in quelle case dove si ostinano a nascere figli unici. Stabilito che Federico Basile sarà di nuovo il candidato scelto da Cateno De Luca (la strategia 2027-2032 e le nuove liste civiche “De Luca Sindaco di Sicilia – Basile Sindaco di Messina”) e che il prossimo anno bisestile sarà il 2028 e quindi funesto, ecco che già i maghi e astrologi legati al Sistema Lobby dello Stretto tirano a indovinare i giorni fausti e le costellazioni favorevoli che segneranno l’imminente futuro, in vista della prima pietra del Ponte sullo Stretto. Penso che il consigliere comunale Ciccio Cipolla sia il solo, e ne ha i motivi, che crede anche ai fondi di caffè del suo capo Scateno, ma io non ho fede nelle sue parole, nelle stelle, e neppure nelle linee della sua mano, che, giuro, al contrario di altri, non ho mai baciato.
Dopo l’abbuffata del Messina Street Food Fest, un po’ di contegno in vista della commemorazione di tutti i fedeli defunti: la Bibbia ci ricorda: Beati i figli di Adamo perché non conoscono la loro sorte; e di fatto, molti controllori appartengo alla categoria di quelli che non vogliono sapere. Visto che siamo ormai prossimi al 2 novembre, corre voce, ma sarà una leggenda metropolitana, che all’interno del Gran camposanto ci sia un turn over di loculi a buon mercato (si fa per dire) per rinfrescare il mercato del caro estinto. Pratiche purtroppo che ci fanno tornare in mente le trame del romanzo di Evelyn Waugh dal titolo Il caro estinto.
Si tratta di una satira grottesca sulla società americana e inglese e sulle pratiche funerarie, ambientata a Hollywood. Solo che quel che accade in qualche cimitero siciliano, è reale. A Trapani, pochi mesi fa l’inchiesta della magistratura ha portato alla luce un sistema criminale, che dovrebbe far riflettere chi di dovere. Per dare degna sepoltura a un familiare bisognava pagare. E se volevi saltare la fila, dovevi sganciare ancora di più. La tangente? La chiamavano “il caffè per il necroforo”. Ma non si trattava di spiccioli: in un caso sono stati chiesti 2.600 euro alla figlia di un defunto. E non era un’eccezione. Il cimitero di Trapani era diventato un terreno di conquista, un feudo personale gestito come se le regole valessero solo per gli altri. Lo dice un’indagine della Procura, lo confermano le intercettazioni, lo testimoniano i sequestri: due depositi abusivi pieni di materiale edile, usato per lavori fatti in nero, sono stati scoperti durante il blitz della polizia, dalla Municipale, che ha eseguito una raffica di misure cautelari. E, purtroppo, spiace scriverlo, anche da queste parti c’è un tale odore di morte e di fine irrevocabile negli spazi di molte cappelle. Ogni volta che metto piede nei viali del Gran camposanto, c’è un tale senso di declino, una tale sarcastica rassegnazione da parte degli impiegati, che per contrario mi verrebbe voglia di cantare a squarciagola “Allons enfants de la Patrie“.
Lo scrivo con molta amarezza: ma è davvero così complicato mantenere ordine e decoro nei cimiteri? E ogni volta che ne parlo con qualcuno del ramo, il poverino mi esorta: prudenza, non sai chi comanda… E io gli rispondo: chi comanda se non il sindaco Basile e l’assessore Minutoli… Che cosa debbo evitare: la querela, o l’auto impazzita che mi travolge? Che cosa mai può accadere? E’ davvero così agghiacciante ficcare il naso nella compravendita dei loculi e delle cappelle delle confraternite, appartenenti a un’associazione di fedeli cattolici (confraternita), istituita per opere di pietà, carità e incremento del culto pubblico? Ora, voi direte, ci sono uomini e uomini. Su Federico Basile, metto la mano sul fuoco; l’assessore ai Cimiteri, Massimo Minutoli, è uno bravo, un padre di famiglia, un gran lavoratore, devoto al Signore e a Cateno De Luca: non farebbe male a una mosca! E allora di chi mi dovrei preoccupare?
Posso credere che anche qui, come a Trapani, il camposanto si sia trasformato in un’impresa personale? Vi confido un segreto: non dormo la notte e per farmi compagnia smanetto un sacco su Internet. Ho letto che a Trapani i loculi comunali venivano “liberati” con disinvoltura. Bastava una valutazione compiacente dello stato di decomposizione, magari con la firma del medico legale, finito anche lui sotto inchiesta. I parenti delle salme venivano messi con le spalle al muro: o pagavano o i tempi si allungavano. In tre casi documentati, i soldi servivano ad “accelerare” estumulazioni, come se ci fosse una corsia preferenziale per chi pagava sottobanco. Che vergogna. Ma qui siamo a Messina, voglio sperare, e dar retta alle cronache giornalistiche, grazie a De Luca, Basile e alla sua squadra di valenti professionisti, uno spiraglio per sognare pare che si sia aperto. Una fessura, quasi una ferita. Speriamo che i cattivi pensieri sul cimitero siano solo pensieri e nulla più. Che stia cambiando qualcosa a Messina? Voglio dire: non solo a livello criminale con arresti importanti, ma anche politico…
Nel 1998, dopo la venuta in città della Commissione Antimafia che cercò di fare luce sul Verminaio, nei salotti buoni fu stabilito guai a chi avesse pensato di rimettere in circolazione certe triste logiche di potere. Effettivamente eravamo quasi tutti d’accordo: con l’omicidio del professore Matteo Bottari e gli scandali del Policlinico universitario, ne avevamo avuto abbastanza. Oggi, però, più sentito è un altro problema: si può essere ladri e democratici? Mi piacerebbe un dibattito tra politologi e specialisti. Allons enfants de la Patrie, cantare salva la vita. Spero!