Bisognerebbe ritornare indietro per salvare Messina

Preg.mo Direttore,
Non è la prima volta che scrivo al suo giornale per esprimere un parere su quanto accade in città, ma questa volta le scrivo per porle delle domande alle quali non trovo risposta. Dove stiamo andando? Cosa sta succedendo? E non sono solo io povero e umile artigiano a farle ma una intera comunità. A chi serve questa lotta ad apparire sui giornali, a esprimere scellerate considerazioni sul prossimo, su mio fratello, sul mio vicino, su noi stessi? Una lotta tutti contro tutti. Da piccolo cittadino mi sento perso. E allora le chiedo se non sia più giusto a questo punto fondare un’associazione dal nome "bisognatornareindietro" piuttosto che indietrononsitorna. Torniamo alla compostezza, al rispetto, al dialogo tra le parti, al rispetto delle istituzioni. Tutto questo frastuono giova a qualcuno? Querelle sindaco-prefetto, sindaco-forze armate, sindaco-università, sindaco-sindacati, sindaco-Piemonte, indietrononsitorna-Piemonte, sindaco-Franza, indietrononsitorna-Franza, indietrononsitorna-Piemonte etc…. ma se le istituzioni litigano a me chi pensa? Indietrononsitorna nasce come fucina di idee, ma campa difendendo Accorinti, insultando i Franza, insultando i medici del Piemonte. Come è possibile che un’associazione filo governativa dica che i medici del Piemonte protestano solo perché sono scansafatiche perchè vogliono lavorare vicino casa? Perché insultare? Perché seppure provenienti dal Policlinico non criticano le parole di Navarra, che secondo me ha ragione, sull’interferenza politica subita? Se Accorinti è stato aggredito che faccia l’esposto in Procura in modo da individuare i facinorosi, altrimenti taccia. E’ un reato dissentire da chi sta al governo? O solo lui può protestare, appollaiarsi sul Pilone di Capo Peloro, bloccare strade etc… Inventare o meno l’aggressione a chi serve? Le istituzioni litigano e le rapine aumentano, i posti si riducono, le infrastrutture crollano (compresi gli alberi). Parlare, parlare, parlare… apparire, apparire, apparire. La lingua non ha ossa ma rompe le ossa diceva il mio caro nonno. Offende, limita la libertà altrui, opprime, schernisce quando potrebbe arricchire, giovare, migliorare la vita della comunità. Ricominciamo a rispettarci, torniamo indietro. Forse qualcuno dovrebbe rimettere in ordine le cose. Non è più possibile che chiunque dica quello che vuole senza rispondere delle proprie parole. Si rischia il caos, la guerra civile. Importerà a qualcuno sapere se il buco da 35 milioni dell azienda Papardo esiste o l’ha inventato pur di apparire il nuovo Dg? E allora torno alla vera domanda della mia riflessione: mentre tutti questi signori parlano e appaiono, a me chi pensa?

Francesco Mondello