RADIO ZANCA: il confine tra lavoro e le mutande

di Roberto Gugliotta

Una schiera di commentatori s’è esercitata per un tempo memorabile a biasimare il prof Renato Accorinti, ad accusarlo d’intenti ostili alla città, a non perdonargliene una. E adesso invece proprio il SISTEMA scopre nel PROFETA NO PONTE l’unico che potrebbe "arginare questa truppa di Lobbisti". Questa storia che il messinese sia eternamente stupido dovrà pur finire prima o poi anche perché la maledizione dell’indole remissiva causata dal terremoto del 1908 a noi sembra una scusante per rendere meno amari i rospi costretti a ingoiare. Penso con tristezza ai giovani: la maglia, in questo paese, è ancora una discriminante. Guai a chi non ha un protettore o una tònaca in sagrestia. Però ci sono coloro che glorificano il sindaco per le rivoluzionarie lotte: striscia ciclabile e blocco dei Tir. Domandina semplice semplice: ma i ciclisti che percorrono la via Garibaldi al di fuori della striscia ciclabile sono sanzionabili? E se non lo sono possono essere travolti dai Tir? Povera città scartata dal basso con la complicità di molti. Sono poche le persone disposte a veri sacrifici quotidiani, la facilità è troppo comoda. Vogliamo avere tutto sacrificando il minimo. Non stimo chi sfrutta ma neppure chi si fa sfruttare. Dovremmo amarci di più, credere in noi stessi, nelle nostre potenzialità e lottare ogni giorno per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Se non amiamo abbastanza noi stessi non saremo mai capaci di amare realmente ciò che ci circonda. Un mio amico mi scrive: “Perché ti scagli contro i paladini della libertà della cultura delle battaglie giuste? In fondo, perché devi pensare sognare lavorare credere… Ci pensano a tutto loro!”. Ma riflettete a quello che la Messinesità dal basso ci nega. Il diritto di essere felice, il diritto di sognare, il diritto di credere in qualcosa, il diritto immaginare, il diritto di pensare, il diritto di lavorare. Calma messinesi, calma… tra noi ci sono gli sciacalli, gli sciacalli che ci vogliono veder fuggire per poi svuotare le nostre case. Se qualcuno mi domandasse cosa sia per me la Messinesità dal basso? Risponderei con ironia: il confine tra lavoro e le mutande. E vi spiego il perché: per Berlusconi il Paese era ricco perché i giovani avevano tre telefonini… per i rivoluzionari dal basso Messina non è in crisi perché le serate nei Lidi sono un boom! Voilà, c’est fait!