Messina, una comunità povera. Abbiate buon senso

di Roberto Gugliotta

Sarà stata una guerraccia, questa prima parte della Giunta Accorinti, ma qui sembra una gita in montagna, colorita di tanto in tanto da espressioni sapientemente dialettali con un vergognoso scaricabarile… Ma perché stiamo pagando questi amministratori: per farci dire che la colpa è dei precedenti? Lo sapevamo già lo stato del Comune. Sono stati eletti per uscire dalla crisi. Perché si sono dichiarati capaci a risolvere la crisi. Ma a quanto sembra anche loro hanno dimostrato di non esserlo. E soprattutto, tutti – da una parte e dall’altra – sono buoni gentili carini educati. Dove trovino la forza per massacrarsi a vicenda, non si sa. Poi arriva il tempo della raccolta, della campagna elettorale. E mi chiedo: i cittadini li conoscono davvero bene i propri amministratori? Cosa davvero sanno dell’economista Signorino o dello stesso sindaco Accorinti? Che cosa gli fa dire con tanta certezza che loro sono migliori degli altri che li hanno preceduti? Che cosa gli fa escludere con altrettanta certezza che non siano più colpevoli? La benedizione della Chiesa locale o quella del Sistema? Quello che viene loro richiesto, di fronte a una città piegata dalla crisi, è un sentimento diverso. La buona creanza di farsi carico per primi dei problemi. Di essere ricchi di buon senso e poveri di arroganza. Che la lucidità abbia sempre e comunque il sopravvento sulla stanchezza, sulle preoccupazioni, sul buco nero che ha inghiottito senza pietà il Comune di Messina. Con la complicità di molti.