Radio Zanca: lasciate che i giovani vadano in luoghi sicuri

di Roberto Gugliotta

Sostiene il presidente della V Circoscrizione di Messina, Santino Morabito che la PALESTRA COMUNALE DI RITIRO non è sicura per ospitare attività sportive. Condivido in toto il pensiero. Questo palazzetto è fuori legge da tanti punti di vista: struttura, attrezzature, ambiente, servizi igienici, uso dell’impianto. Di più. E’ una vergogna definire palestra quel che oggi è diventato questo spazio del Comune a seguito della cattiva gestione dell’impianto. Come può Palazzo Zanca consentire questo degrado? E poi, chi ha permesso che la palestra di Ritiro venisse usata per svolgere attività dietro compenso, nonostante le disfunzioni? Un problema che si pone anche il presidente della V Circoscrizione: insieme ai consiglieri circoscrizionali e ai tecnici comunali del dipartimento sport ha effettuato un sopralluogo dal quale sono emersi elementi di potenziale pericolo per l’incolumità dei fruitori. Bah! Come è possibile – mi chiedo – che le federazioni diano il nulla osta per far disputare le manifestazioni? Che garanzie ha il pubblico presente sugli spalti? Se dovesse accadere una disgrazia chi sarà chiamato a risponderne? Il sindaco? L’assessore competente? Il capo dei vigili urbani? O quello dei Vigili del fuoco? “Il mancato funzionamento dell’impianto di illuminazione – ha sottolineato il presidente circoscrizionale Morabito – ha consentito sino a ora il regolare svolgimento degli allenamenti, pur limitatamente nelle ore pomeridiane, ma in piena stagione invernale sarà di fatto precluso l’utilizzo della struttura. Per queste ragioni il Consiglio della V Circoscrizione ha deliberato all’unanimità la richiesta di lavori urgenti di messa in sicurezza e manutenzione della palestra comunale di Ritiro da proporre alla Giunta municipale. Gli interventi riguarderanno il ripristino dell’impianto elettrico e la rimozione della cabina elettrica di media tensione; la pulizia delle grondaie; la sostituzione dei pannelli del controsoffitto nell’area palestra; il rifacimento dell’intonaco del soffitto ove sono presenti crepe e infiltrazioni; il ripristino della funzionalità dei servizi igienici; e la potatura e scerbatura attorno al perimetro della struttura”. Adesso però non si faccia scena muta come di solito capita da queste parti: niente omertà. La palestra di Ritiro la si chiuda al pubblico onde evitare disgrazie. Chi sostiene – a parole – che vuol portare l’etica nello sport attraverso percorsi educativi sulla legalità e le regole, non solo in campo ma in tutti gli ambiti della vita non può giocare con la vita delle persone. Non è consentito ad alcunché. La palestra di Ritiro va chiusa, senza sé e senza ma perché non possono essere i cento voti raccolti nel quartiere di Giostra a far chiudere gli occhi alla Legge. Bisogna avere il coraggio di ammettere, nel momento in cui si combatte questa battaglia, che la lotta contro l’illegalità in città è una di quelle battaglie un po’ facili, moralistiche, dal consenso assicurato e che tutte le ricerche scientifiche serie hanno sempre dimostrato che è molto più decisiva la condizione con cui i minori vengono educati allo sport, al rispetto delle regole (specie se in solitudine) che non il contenuto stesso della partita. Essere sportivi ed educati è leggermente diverso dal saper vincere con le furbate, con la manolesta. La lealtà e l’onestà vengono prima dei gesti tecnici e delle “bravate”. Bisogna saper analizzare le sconfitte, saper perdere: la vera sconfitta è non imparare niente dalla stessa. La presa di posizione del Consiglio della V Circoscrizione mi permette di approfondire anche altri aspetti che a molti sfuggono: una palestra ha ragione di essere tenuta in vita solo se è utile alla crescita del territorio altrimenti si trasforma nell’ennesimo luogo di microcriminalità dove vince chi ha le spalle coperte. Non è consentito più a nessuno nel 2013 usare luoghi della comunità per cose poco chiare…: regole, norme, vivibilità, trasparenza. Ci sono a Messina violenze ben più insidiose, proprio perché non appaiono tali, e non scorre sangue o non si passa all’insulto – anche se ricordo bene la sportività colorita di certi spettatori durante le gare disputate a Ritiro: quanti educatori affrontano il problema della violenza nel tifo becero? Durante i dibattiti politico – sociali, le riunioni dei corsi d’aggiornamento degli allenatori, di continuo, vengono richiamati concetti come “educazione”, “lavoro”, “impegno”… ma poi viene il giorno della sfida e questi dettagli fondamentali vengono calpestati. Gli educatori si fanno beffa delle regole, rubano il lavoro altrui per un pugno di euro e il terreno della disputa sono palestre fuori legge come quella di Ritiro, per esempio. Adesso è arrivato il momento di dire basta. Apriamo le finestre e facciamo entrare l’aria dentro questi luoghi chiusi al pubblico. Semplice. Ed educativo, no?