
Concluse le elezioni Amministrative che hanno visto il trionfo di Renatino nostro, ci vorrà ancora del tempo prima che in città si possa riprendere a parlare di politica. Quella con la P maiuscola, praticata per risolvere i problemi che affliggono i cittadini. L’urto ascetico che ha travolto Messina – culminato con l’ingresso scalzo nella casa delle istituzioni cittadine che ha trasformato Renatino nostro in un novello san Francesco – sembra non scemare e pare che in giro comincino a vedersi nugoli di Messinesi i quali, rapiti da tanto ardore religioso, hanno smesso di salutarsi con la classica doppia baciata sulle guance optando per un più consono saluto a mani giunte all’altezza del petto. E’ il nuovo corso cari concittadini e bisogna adeguarsi, avendo la consapevolezza che Renatino nostro, in poco più di una settimana, è riuscito a realizzare ciò che la Chiesa non ha saputo fare in duemila anni di Cristianesimo: dare “valori” a una comunità che da tempo ha smarrito i propri valori fondativi. Amen. Così sia. Pace e bene fratelli. Se da tanta ascesi, poi, scaturirà solo una minima spinta alla risoluzione dei problemi che affliggono la città poco importa, perché per i novelli sessantottini al governo ciò che veramente è importante è unire il cielo con la terra… per il “bene comune” di tutti noi ovviamente e rigorosamente “costruito dal basso”. Alleluia, amen e così sia!
Nicola Currò
nicola.curro@yahoo.it