RADIO ZANCA: MA IL CARTELLO PER FELICE CALABRò esiste ancora?

Domenica è lunedì i messinesi andranno alle urne per eleggere il Sindaco e rinnovare il Consiglio comunale, i Consigli Circoscrizionali e i loro Presidenti. In città c’è un gran fermento tanto che spesso i candidati a sindaco hanno dovuto spostarsi da una parte all’altra di Messina per partecipare ai dibattiti che molte associazioni e gruppi di lavoro hanno organizzato. Potrebbe anche essere una cosa positiva la ripresa del dialogo anche se alla base degli "appelli della gente alla politica" ci sono due elementi: la coscienza del "fallimento della classe amministrativa a realizzare le comuni aspettative" e una visione mitica della città. Al di là delle parole, degli slogan, delle magliette della salute indossate da questo o quel candidato la ricetta per salvare Messina non è stata ben spiegata ai cittadini. Anzi, secondo noi, la confusione di ruoli e slogan ha danneggiato proprio il cartello che in teoria avrebbe avuto tutto da guadagnare da queste elezioni: il centrosinistra. Invece, per colpa della sciagurata scelta di puntare su Felice Calabrò proprio il cartello caro a Rosario Crocetta, Beppe Lumia, Francantonio Genovese e Gianpiero D’Alia rischia di andare in contro a una sconfitta. Non a caso molti dei candidati al consiglio comunale lasceranno liberi i propri sostenitori di votare il sindaco che più preferiscono. Ma la politica etica esiste ancora? Dovremmo dunque avviare su queste basi un dialogo su che città uscirà dall’urna ed il suo rapporto con la classe dirigente messinese. Dovremmo partire, cioè, da vecchie e nuove polemiche travestite da riflessione. Calabrò pagherà dazio e con lui coloro che hanno preferito chiudere gli occhi pur di sostenere un “cavallo zoppo”. Ci sono in questa città, forse più che altrove, gruppi e categorie di persone che, per le ragioni più varie, hanno il gusto dell’autofallimento. L’appello alla politica sana è un dato costante della storia della Messina in…civile e i debiti maturati sono la logica conseguenza di un cattivo andazzo. Senza esclusioni e censure, dobbiamo assumerci il compito di segnare una linea di separazione, per quanto incerta possa essere, tra polemica politica e ricerca del cambiamento che ovviamente non può passare attraverso il voto per Calabrò.