RADIO ZANCA: MA ORA RIBELLIAMOCI ALLA POLITICA SPAZZATURA

La cosiddetta politica porta a porta dalle nostre parti significa dare e avere: promesse in cambio di voti. Un cattivo modo di propagandare la politica che nel 2013 è ancora in voga a Messina. Tutti dicono di aver voltato pagina ma ancora oggi è il modo più spicciolo per agguantare i voti che altrimenti finirebbero all’avversario. Il problema è che nessuno neppure un parlamentare della Repubblica può garantire alcunché. Il lavoro con la L maiuscola latita e quello che potrebbero assicurare in cambio di un considerevole pacchetto di voti sono soldi o qualche assunzione trimestrale, che comunque visti i tempi, aiuta ad arrivare alla fine del mese. Ma questo non è fare politica ma sporcare le istituzioni. La cosiddetta politica porta a porta raggiunse i suoi culmini qualche anno fa quando si assistevano a veri e propri concorsoni senza regole. E di fatto il Comune di Messina oggi paga dazio per gestioni scellerate delle casse. C’erano emergenze appositamente attrezzate alla bisogna, opinionisti specializzati e protagonisti che avevano effettuato un buon allenamento. Venivano reclutati a rotazione, invitati a cimentarsi sui più vari argomenti e lasciati liberi di esprimersi al di fuori di ogni regola e di ogni civile comportamento. Ne nascevano somme urgenti, manifestazioni che di benefico avevano solo il conto personale del politico di turno, violenti, insulti, parolacce, grida, minacce di azioni giudiziarie contro coloro che osavano puntare il dito verso sprechi e raccomandazioni. E purtroppo oggi poco o nulla è cambiato. Però, l’audience elettorale cresceva, i politici di quel cartello elettorale se ne rallegravano e aumentavano le dosi di immondezzaio. I debiti che oggi hanno raggiunto cifre pazzesche sono il frutto di quel cialtronesco modo di intendere la cosa pubblica: ora siamo al nostro culmine. Debiti, scandali, ammanchi, truffe. Liste, listini, movimenti, comitati di salute pubblica si dicono pronti a rivoluzionare la macchina burocratica di Palazzo Zanca: naturalmente ogni cittadino può votare o non votare, credere o non credere al messia popolare. Ma può anche, si spera, cambiare registro. Perché noi paghiamo pegno con il servizio pubblico e siamo costretti a tollerare ritardi, sprechi, emergenze. Siamo dunque, noi elettori, doppiamente in credito verso il Sistema Messina. Avremmo quindi il diritto di non vederci servire l’immondizia sulle nostre tavole e chi la produce e ci ricava tesoretti. Invece, campagna elettorale, dopo campagna elettorale, lo sconcio continua. E oggi tutti si dicono indignati.