La LEGGE BASSANINI è DA CAMBIARE

Ho sempre sostenuto che la Legge Bassanini ha prodotto più danni che benefici. Col pretesto della “governabilità”, ossia di dare maggiore impulso alla attività di governo nei Comuni, Province e Regioni, ha praticamente distrutto la democrazia. Permettendo alle figure apicali (Sindaci, Presidenti di province e regioni) di nominare a loro piacimento in posti di alta responsabilità (come in Assessorati e in altri importanti ruoli istituzionali) un sacco di persone “esterne” anziché gli “eletti” dal popolo (sovrano?) in libere e democratiche elezioni, oltre a gravare enormemente sui bilanci dei rispettivi Enti (ma questo sarebbe il meno) ha prodotto – a mio avviso – e continua a produrre guasti irreparabili per il nostro povero sistema democratico. Cerco di spiegarne sinteticamente i motivi.
1 – Gli “eletti” vengono in tal modo messi da parte e relegati al mero compito di votanti su decisioni prese da altri, in quanto i compiti decisionali vengono affidati a soggetti esterni “nominati” (si spera almeno competenti nei settori loro affidati) dai Sindaci o dai Presidenti, che in tal modo li hanno in pugno e li controllano come vogliono, potendoli licenziare in ogni momento;
2 – Si offendono così gravemente sia gli eletti che gli elettori, che hanno votato per certe persone e se ne trovano a comandare altre, con grave sprezzo della “volontà” popolare e vero e proprio “schiaffo morale” a quanti con impegno e dedizione hanno fatto politica e sono stati eletti nell’interesse di tutta la Comunità;
3 – Si creano dei centri ristretti di potere, delle “oligarchie” o delle “cricche” che possono fare il bello e il cattivo tempo, fregandosene del voto degli elettori, che non contano nulla così come poco contano anche i loro eletti, avvilendo così la democrazia (che dovrebbe essere equa distribuzione del potere secondo il responso delle urne) e sostituendola con apparati politico-burocratici autoreferenziali, completamente staccati dal contesto popolare, che pensano solo ai propri interessi. L’annuncio della Presidenza della Regione Lombardia di nominare ben 11 “esterni” su 14 Assessorati si inquadra in quest’ottica: dopo quasi vent’anni di incontrastato “dominio” non si fidano più neppure dei propri eletti, ma nominano esclusivamente ‘yes-men’ di loro assoluta fiducia, “pretoriani” strapagati che costeranno alle casse regionali circa 7 milioni e mezzo di euro nei 5 anni di legislatura, lasciando i propri eletti a premere il bottone in aula per le votazioni. Lascio ai lettori ogni commento…….se questa è democrazia!

Giovanni Dotti