SPREAD TRA DIPENDENTI PUBBLICI E POLITICI

Egregio Direttore,
Lo SPREAD o come diavolo lo si vuol chiamare (hiatus, gap, differenza, divergenza, divario, divaricazione, apertura della forbice o del compasso) è vocabolo ormai entrato nel linguaggio comune del nostro paese. Viene agitato come uno “spauracchio” da economisti, finanzieri e politici per terrorizzare noi poveri cristi che, digiuni delle loro eccelse materie, soggiacciamo ignari di fronte a cotanta scienza. Così come in tempi remoti si inventavano i DRAGHI che mettevano a ferro e fuoco villaggi e città, poi miracolosamente salvati dal Taumaturgo di turno (poi fatto Santo) che il drago cattivo catturava e uccideva. Lo “Spread” altro non è che il drago del MedioEvo, è lo spaventapasseri dell’era attuale, e i nostri governanti vorrebbero esser paragonati ai Santi che lo tengono a bada (se proprio non riescono a eliminarlo). Esso incombe spaventoso e terribile sul capo di tutti noi, umili sudditi della Repubblica, e ci costringe ad ingoiare rospi e sopportare tante catene. Con esso la finanza, nazionale e internazionale, ci tiene sottomessi e docili, e ci fa credere che il Taumaturgo di turno grazie ai suoi grandi e soprannaturali poteri ci potrà salvare … a condizione che stiamo buoni e pazienti e sopportiamo pene e dolori. Per questo non lo uccidono, ma lo fanno durare nel tempo. Un po’ su, un po’ giù, lo Spred svolazza minaccioso sopra le nostre teste e noi non lo possiamo fermare. Allora prendiamo pure per vero questo SPREAD, ammettiamo che non sia una mera invenzione ma una realtà, e trasferiamolo dalla Finanza alla vita reale, alla società civile, ed applichiamolo alle DIVERGENZE, queste sì REALI, che esistono TRA LE VARIE CATEGORIE DEI CITTADINI. E soprattutto alle DIFFERENZE TRA I LORO REDDITI.
La DIVERGENZA, il DIVARIO, lo SPREAD tra i vari redditi ci apparirà allora nella sua mostruosa realtà. Non è il caso di fare degli esempi, l’osservazione è sotto gli occhi di tutti. E viene spontaneo, visto che se ne parla in questi giorni, far riferimento allo SPRED tra gli stipendi degli INSEGNANTI e quelli dei POLITICI. Un MOSTRO se paragonato alle funzioni e all’impegno degli uni e degli altri. A quelli è demandato il compito di istruire e preparare le giovani generazioni per il futuro, questi il loro futuro lo hanno distrutto ed usano le Istituzioni ad esclusivo vantaggio proprio e delle proprie consorterie, familiari e politiche.
Gli insegnanti perché stanno cheti, tranne pochi “politicizzati” come si dice, perché non fanno sentire la loro voce con una PROTESTA CORALE contro queste ignobili differenze retributive che penalizzano non solo loro ma tutta la Nazione, relegandola agli ultimi posti dei paesi civili ?
Perché non solo di palesi ingiustizie sociali, ma di vera e propria inciviltà si tratta. Ricordiamoci che i politici dovrebbero essere al nostro servizio, anch’essi come gli insegnanti sono “dipendenti pubblici” e come tali a noi Cittadini, tramite Commissioni indipendenti ad hoc, dovrebbe spettare la quantificazione dei loro emolumenti, non il contrario: loro padroni e noi sudditi !

Giovanni Dotti