Rifiuti: Nei capoluogo aumenta differenziata ma obiettivi lontani

Nel 2011 nei comuni italiani capoluogo di provincia calano i rifiuti urbani raccolti e prosegue l’aumento della differenziata, anche se si è ancora lontani dagli obiettivi previsti dalla legge (40% raccolta differenziata entro fine 2007, 50% entro fine 2009 e 60% entro fine 2011) visto che su 116 capoluoghi solo 16 hanno raggiunto l’obiettivo del 60% di differenziata imposto per la fine del 2011 e sono 37 quelli che hanno raggiunto l’obiettivo del 50% fissato per il 2009.

Lo dice l’Istat nel suo dossier ‘Indicatori ambientali urbani (Annno 2011)’, pubblicato oggi. Nel 2011 sono state così raccolte 10.687.154 tonnellate di rifiuti urbani nel complesso dei comuni capoluoghi di provincia, il 2,9% in meno rispetto al 2010. Considerando i valori pro capite, nel 2011 la raccolta dei rifiuti urbani nei 116 capoluoghi è risultata di 590 kg per abitante, contro i circa 609 nel 2010 (-3,1%). Nel 2011 la quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani è pari a 33,4%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Con 647 kg per abitante, i comuni capoluogo di provincia del Centro continuano a essere quelli dove si raccolgono le quantità maggiori di rifiuti urbani; nei capoluoghi del Nord se ne raccolgono circa 71 kg pro capite in meno (576) e nel Mezzogiorno si scende a 557 kg per abitante. Rispetto al 2010 si registrano diminuzioni del 3,6% e del 3,5% rispettivamente nel Centro e nel Nord e del 2,2% nei comuni capoluogo di provincia del Mezzogiorno. Quantità di rifiuti urbani maggiori di 800 kg per abitante sono raccolte nei comuni di Olbia (1.200,9 kg per abitante), Forlì (836,8), Rimini (831,7), Pisa (825) e Massa (808,8). Di contro, i comuni nei quali si raccolgono meno di 400 kg per abitante sono Lanusei (310,6), Villacidro (363,8) e Benevento (398,4).

Il rapporto dell’Istat spiega che il servizio di raccolta differenziata è presente in tutti i comuni capoluogo di provincia: sono 96 quelli in cui, al 31 dicembre 2011, risulta servita l’intera popolazione. La percentuale di raccolta differenziata risulta del 44,9% nel complesso dei comuni capoluogo del Nord, il valore medio scende al 30,7% nei capoluoghi del Centro e al 19,5% in quelli del Mezzogiorno. Per tutte le ripartizioni, comunque, si registrano incrementi rispetto al 2010, più consistenti al Centro (+2,7 punti percentuali), rispetto alle variazioni del complesso dei comuni del Nord (+1,6) e del Mezzogiorno (+1,2).

Sono 16 i comuni capoluogo di provincia che hanno raggiunto l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata imposto dalla normativa per la fine del 2011: a Pordenone, Novara, Verbania, Carbonia, Salerno, Belluno, Trento, Oristano, Asti, Rovigo, Tortolì e Nuoro, che avevano già perseguito il risultato negli anni antecedenti, si aggiungono nel 2011 Teramo, Benevento, Udine e Monza. Salgono infine a 37 i capoluoghi nei quali più della metà dei rifiuti è raccolta secondo modalità differenziate (raggiungendo l’obiettivo del 50% fissato dalla normativa per il 2009).

Nel 2011 sono 19 i comuni che non raggiungono il 15% di differenziata, fra i quali si ritrovano otto dei nove capoluoghi siciliani (solo Ragusa raggiunge il 16,8%), con il minimo a Enna.
In alcuni comuni di questo gruppo (Enna, Foggia, Catanzaro, Agrigento, Caltanissetta, Campobasso e Andria) la quota di raccolta differenziata è addirittura scesa rispetto al 2010.

I grandi comuni che raccolgono quantità di rifiuti urbani superiori alla media (590 kg per abitante) sono Catania (775,1 kg per abitante), Venezia (673,1), Padova (668,9), Firenze (662), Roma (648,5), Bari (609,7) e Cagliari (605,4). Nessun grande comune ha ancora raggiunto nel 2011 l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata. Quote superiori al 40% si registrano a Verona (52,7%), Padova (44,8%), Torino (43,9%) e Firenze (40,2%). In coda alla classifica rimangono i grandi comuni della Sicilia: Palermo, Catania e Messina, dove la raccolta differenziata risulta rispettivamente pari al 10,2%, all’8,4% e al 6,3%.