Raffaele Verso, il Piddì che vuole salvare Messina

Raffaele Verso, 34 anni nato a Messina: laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Messina. Raffaele è impegnato politicamente sin dai tempi della scuola superiore (come rappresentante d’istituto) e consigliere distrettuale in qualità di rappresentante della componente studenti (zona nord). Rappresentante di facoltà in Economia e Commercio. Eletto per il terzo mandato consecutivo come consigliere circoscrizionale nella V municipalità nella lista del PD ho riportato 640 preferenze nell’ultime amministrative. Proviamo ad aprire un dialogo con la politica anche perché la città è stata paziente con la pochezza della classe dirigente. Paziente per molto tempo, ma adesso basta. Occorre una reazione, una rivoluzione nei comportamenti e nell’amministrare la cosa pubblica. Non si tratta di negare i pregi di qualcuno ma mettere in chiaro le cose e pretendere che a fare politica siano per una volta quelli più meritevoli. Basta assistenzialismo pilotato per degli sfigati che senza lavoro, ma con dei buoni padrini, abbracciano la politica per bisogno, per campare. Messina non ha “bisogno” di loro. Il progressivo impoverimento di Messina è una conseguenza inevitabile del perdurare della politica scarsa, con i suoi somari politicamente protetti. Ecco perché chi si candida a un ruolo importante sappia che non ha un compito facile. I cittadini vogliono poter essere orgogliosi di lui. Che ci volete fare siamo rognosi. Raffaele Verso IMG Press ti ha spesso bacchettato: a te la parola…

Ti senti più un rottamatore o un nostalgico?
Ho sempre creduto nella crescita e nella formazione all’interno del mio partito, che fino a oggi mi ha dato le possibilità di affermarmi e di poter difendere le cose in cui credo. Non vedo perciò il motivo di suddividersi tra “rottamatori” e “nostalgici”. Ho una mia storia personale, che non intendo rinnegare. E che certamente mi potrà servire quando sarò chiamato a dare un contributo più impegnativo per il mio partito.

Il tuo prossimo obiettivo?
Ho sempre inteso la politica come impegno personale, nel senso che devo contribuire a migliorare l’offerta politica che il partito, con il mio concorso, può proporre alla cittadinanza. Per questo, non è mio costume candidarmi a nulla, poiché continuerò sempre ad essere a disposizione per ciò che il partito riterrà più opportuno per me.

Il sindaco di Messina ha fallito: magari perché anche a sinistra c’era chi remava con lui… Buzzanca ha fallito su tutta la linea, e ci è riuscito per insipienza e palese incapacità della classe dirigente che lo avrebbe dovuto supportare. Che è identica a se stessa da oltre un quindicennio. Questo è il solo e vero motivo per cui Buzzanca ha fallito ed è bene che lasci la sua carica al più presto. Ciononostante, è pur sempre il sindaco e per chi è chiamato – da eletto – ad amministrare, deve confrontarsi quotidianamente col vertice più altro dell’amministrazione: ma questo, certamente, non si può tacciare di “collateralismo”.

Prova a difendere il Pd…
Il PD non ha bisogno di essere difeso da me. Nel panorama politico nazionale e locale, è l’unico partito rimasto sul campo ad avere una storia di idealità e di formazione politica che non potrà mai essere eguagliato da nessuno: presunti nuovi o movimenti vari. Certo, come ogni soggetto composto da persone, può sbagliare. Ma, mettiamola così: ha sbagliato molto meno del centrodestra. E questo è già abbastanza.

Pregi e i difetti di Francantonio Genovese?
Conosco Francantonio da tanto tempo. Posso senza timore dire che il suo più grande pregio potrebbe essere anche al tempo stesso il suo difetto maggiore. E’ troppo ben disposto con chiunque: sa ascoltare e cerca di raggiungere sempre un punto di incontro. E questo, se è una qualità importante, potrebbe significare che molti credano che sia una tendenza troppo “democristiana”. Scordavo, il suo miglior pregio è: credere molto nei giovani coinvolgendoli con fervore nella “gavetta politica”.

Il libero pensiero nella libertà negata dal Sistema Messina?
Il libero pensiero è tale, credo, perché e fintantoché ci saranno uomini e donne coraggiosi capaci di sostenere senza timore un pensiero o un’opinione che la grande maggioranza ritiene controcorrente. Credo che Messina abbia avuto anni più bui di quelli che stiamo vivendo, nei quali, nonostante tutto, grazie ai nuovi media, si vanno sempre più allargando gli spazi di libertà.

Il Centrosinistra di chi è ostaggio?
Non è ostaggio di nessuno, per fortuna! Se lo fosse, vivremmo tutti in una caserma. E non mi pare che avvenga nulla di tutto questo. Certo, contano le posizioni acquisite elettoralmente, e non ci trovo nulla di anormale, trattandosi di cose politiche; ma è innegabile anche al più fazioso degli osservatori, che il centrosinistra messinese ha una sua dialettica interna, un dibattito tra tutti i partiti ed i movimenti impegnati nel comune obiettivo di dare a Messina una amministrazione alternativa e degna della città.

L’eminenza grigia di Messina?
In città c’è una carenza di eminenze grigie. Si fa fatica a trovarne qualcuna. Ci sono tanti personaggi in cerca di autore, più pervasi da protagonismo autistico, che da vera capacità di leggere e interpretare le tendenze della società cittadina.

La Chiesa messinese tradisce se stessa se accetta di trasformare il Vangelo in un programma politico?
Io ho una formazione da vero democristiano e credo che la Chiesa debba e possa intervenire sui temi di grande rilievo sociale, soprattutto nella amara realtà messinese. Non credo che sia intenzione della chiesa messinese di stilare un programma politico, semmai quello di indicare ad una politica trascurata e distratta le emergenze sempre più gravi che vivono le fasce deboli di questa città. Sta alla politica saperle tradurre in atti concludenti, non credo spetti alla Chiesa.

E’ arrivata l’estate: svelaci i luoghi di divertimento del potere?
Il potere messinese si svagherà, certamente, come tutti gli altri messinesi. La città offre spiagge e locali aperti a tutti e preclusi a nessuno. La società locale non è facilmente suddivisibile in “potenti” e “poveracci”, essendo molto varia e trasversale. Credo che tutti, prima o poi, durante i mesi estivi, si troveranno negli stessi luoghi.

E i lidi dove si fanno affari e lobbying?
Non sono a conoscenza di affarismi da spiaggia. C’è del resto ben poco di residuo da spartire a Messina… Immagino che gli incontri cui si riferisce Lei si svolgeranno in lidi come anche in altri locali o località più amene. Si viaggia, un volo low cost lo si reperisce con estrema facilità: perché i potenti presunti dovrebbero intristirsi a stringere affari e fare lobby sempre negli stessi locali estivi?

Dopo questa intervista: una lezione che non dimenticherai mai più?
Me lo dico da tantissimo tempo: sii più duro. Cercherò di essere un po’ più riservato e freddo, perché in questa città e negli ambienti della politica e dell’amministrazione, farsi in quattro per dare risposte ai cittadini è opportunisticamente travisato come opportunismo o come perseguimento di interesse personale. Buono, continuerò a esserlo. Ma fesso, proprio no.