IL VOTO: STRUMENTO PER CACCIARE LA MALAPOLITICA

Egregio Direttore,
se è vero che in democrazia il VOTO – se ben utilizzato – è l’unica arma in mano ai Cittadini per eleggere o cacciare i rappresentanti del popolo nelle Pubbliche Istituzioni, per scegliere gli onesti e i competenti e liberarci dai parassiti e dai professionisti della bugia e del malaffare (che concepiscono la politica “a vita” e moltiplicano spese e clientele coi soldi pubblici per mantenersi potere e privilegi) è pur vero che il sistema elettorale attuale non è più rispondente alla “velocità” del cambiamento che avviene oggidì nelle nostre società globalizzate. E cerco di spiegarne i motivi. L’esempio recente dovrebbe farci riflettere: da tempo era nell’aria, già prima degli scandali “sessuali” del premier, e risultava anche dai sondaggi d’opinione che il governo B & B (PDL+Lega) non riscuoteva più il consenso della stragrande maggioranza del popolo italiano, almeno dal momento della scissione dei Finiani e del salto della quaglia di Scilipoti e di qualche altro (che hanno permesso il protrarsi di un governo “in agonia” con tutte le nefaste conseguenze nazionali e internazionali a tutti note). Possibile che basti un qualsiasi Scilipoti, un Di Gregorio, un Calearo o un qualsiasi altro saltimbanco di turno per modificare gli equilibri e cancellare la volontà popolare? In quel momento infatti gli Italiani non erano più disposti a tollerare ulteriormente un governo che pure due anni prima avevano “democraticamente” eletto (si fa per dire, data la “legge elettorale truffa” escogitata dai furboni del palazzo, che col “premio di maggioranza”permetteva ad una minoranza ben congegnata di ottenere la maggioranza in Parlamento). Tutto ciò non mi sembra proprio un bell’esempio di democrazia!
Oggi le situazioni politico-economico-finanziarie mutano rapidamente sia in campo nazionale che internazionale, mentre invece la politica (almeno quella nostrana) resta statica e non riesce a stare al passo, anche perché preoccupata più a conservarsi le poltrone e i privilegi ad esse connessi che non ad interessarsi dei problemi reali della società civile. QUATTRO O CINQUE ANNI TRA UN’ELEZIONE E UN’ALTRA SONO TROPPI, non rispondono più alle esigenze di una società in continuo e rapido cambiamento. Un governo (nazionale, regionale o locale) che pure ha ottenuto il consenso elettorale può non essere più adeguato alle necessità del momento e non riscuotere più la fiducia degli elettori. Per essere legittimato a continuare a governare dovrebbe almeno una volta all’anno essere sottoposto al vaglio degli elettori (purtroppo l’esperienza recente ha dimostrato che non è sufficiente quello – autoreferenziale – del Parlamento) ed ottenere la loro approvazione sulla base del proprio operato. Questo sarebbe auspicabile che possa avvenire nel prossimo futuro, attraverso MECCANISMI REFERENDARI ANNUALI (o al massimo ogni 18 mesi), validi senza alcun “quorum”, che propongano un semplice, secco ed elementare quesito: conferma o bocciatura (in tal caso il governo dovrebbe dimettersi e se ne dovrebbe formare uno nuovo e diverso, se ci sono i numeri, oppure andare a nuove elezioni). Introducendo un meccanismo siffatto i politici eletti starebbero più attenti a governare meglio, per il timore di non essere confermati, sarebbero più attenti ai problemi della gente comune ed inoltre potrebbero essere più controllati nello svolgimento del loro lavoro. Così il VOTO non sarebbe più una “delega in bianco”, com’è stato finora (e come scrissi più volte) ma una SCELTA RAGIONATA, RESPONSABILE e RIVEDIBILE in corso d’opera. Una scelta oculata che responsabilizzi sia gli eletti che gli elettori. Credo che il concetto di quanto scrivo sia chiaro e che possa essere recepito e discusso da coloro che si interessano a questi problemi, di vitale importanza per qualsiasi sistema democratico. E che qualche insigne Costituzionalista lo possa materializzare in forma organica in modo che possa essere proposto e discusso dal Governo che scaturirà dalle prossime elezioni politiche per una eventuale modifica costituzionale in tal senso.
Grazie per l’attenzione

Giovanni Dotti