Tener viva la memoria, impedire il riaffacciarsi di razzismo e xenofobia

Nel “Giorno della Memoria”, il Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Messina, ricorda le vittime della Shoah: ebrei, zingari, omosessuali, polacchi, slavi, comunisti o semplicemente coloro che non rientravano nel disegno di Hitler, furono barbaramente uccisi nei campi di concentramento nazisti. Le leggi razziali furono importate nel 1938 nel nostro Paese per volontà del Partito fascista, come ennesima vergogna per un popolo già duramente provato da un regime autoritario che privava i cittadini delle libertà fondamentali e che successivamente avrebbe trascinato l’Italia in una guerra folle. L’idea stessa di pulizia etnica non è nuovo all’Italia: basti pensare ai campi di concentramento che il regime fascista ideò, assieme ad altre leggi razziali, nelle regioni slave che occupava, e che poi furono la base per ulteriori eventi sanguinosi, che oggi ricordiamo con le foibe del Carso; oppure le armi batteriologiche utilizzate nella guerra in Nord-Africa. Fatti che la storia studiata nel nostro Paese spesso preferisce dimenticare, ma che invece devono essere sempre presenti per sapere quali sono i nostri debiti verso l’umanità. Oggi proprio come in quegli anni, l’Italia sta conoscendo una profonda crisi sociale ed economica, nonché culturale, dovuta al deterioramento del sistema capitalista e a un ventennio di malgoverno del centrodestra che, coadiuvato dalla Lega Nord, ha portato avanti una politica liberista e antisociale coperta da una inaccettabile retorica xenofoba, accentuando il disagio degli italiani nei confronti degli extracomunitari, additati come la causa della crisi del lavoro del nostro Paese e della criminalità urbana. E quel che è più grave è che la tendenza a creare persone di serie B risponde all’idea stessa di “fortezza Europa”, che l’Unione Europea, dietro gli stendardi della difesa dei diritti umani, nasconde nel concetto di “cittadinanza europea”, creando, appunto, la figura dell’extracomunitario e delineando barriere (che nel xXI secolo crederemmo di poter superare) tra chi è legittimato a star dentro i confini continentali e chi non lo è. Questa politica xenofoba ha causato momenti di tensione che sono sfociati anche in eventi sanguinosi, tra i quali ricordiamo l’assalto a un campo Rom nella città di Milano sulla base di false accuse di stupro da parte di una ragazza. Argomento che è divenuto ormai fin troppo facile e che deve far riflettere sull’educazione che riceviamo dai media. Questo clima di paura, di odio e di intolleranza ci riporta alla memoria quello che anni fa permise l’inesorabile ascesa del fascismo in Italia, facendoci riflettere su come non sia mai da escludere che da questi eventi possa prender piede una nuova forma politica autoritaria, che è sempre in agguato. Per noi italiani la Shoah non deve servire perciò solo per commemorare le vittime di uno degli atti più ignominiosi della storia, ma anche per tener vivo il ricordo di cosa significò per il nostro paese a livello di sacrifici e perdite il ventennio fascista.
Solo conoscendo e ricordando il nostro passato potremo far si che il pericolo di una nuova dittatura non si affacci mai seriamente sul presente.

Claudio Bartolotta comitato politico federale
Ketty Bertuccelli segreteria provinciale