Radio Zanca: con la montagna di debiti provocati, avremo ancora pietà per la politica?

Se l’immane catastrofe accadrà, il Comune di Messina sarà dichiarato fallito per via dei tantissimi debiti contratti nel corso degli anni. Il crac ci coinvolgerà tutti direttamente ma a quanti interessa? Lo sguardo della politica è rivolto da un’altra parte: c’è chi pretende l’assessorato, chi un posto assicurato da deputato, chi la presidenza di una delle tante società miste mangia soldi. Meno male che laggiù – nella trincea politica – c’erano volontari in missione umanitaria altrimenti che scempio. Però la crisi economica di Palazzo Zanca – volontari a parte – resta per il cittadino una piaga aperta. Montagne di debiti, consulenze inopportune, debiti fuori bilancio da vergogna. Eppure sembra che la cosa non riguardi mai nessuno degli amministratori: tutti a scaricare le colpe sulle spalle dei predecessori come se quei pesi non avessero dei genitori. Dopo il male procurato però la politica invoca la solidarietà: dobbiamo stringerci e fare del bene per salvare Messina. In questo il Sistema è straordinario nello strappare le lacrime alla comunità dello Stretto: performance da antologia, miracolo della bontà, apparizione a reti unificate. I professionisti dei debiti pubblici danno il meglio di loro nel fregare il cittadino: ce lo ricorderemo quando si dovrà andare alle urne? O sarà questo l’ennesimo limite della nostra dignità di cittadini? Messina è una terra dove i furbi la fanno da padrone perché non siamo capaci di opporci alle bravate dei potenti: pur battuta dalle bufere giudiziarie la città non ha anima né coscienza critica. L’opposizione è finta come la sete di verità di taluni comitati di salute pubblica. La memoria poi, sempre fallace. Meno male che il baraccone c’è. Meno male che ci sono i leader politici come Rocco Crimi o Angelino Alfano che scommettono di misurare la credibilità personale con il metro della buona politica: non a caso a fare da testimonial per il Pdl avevano scelto Peppino Buzzanca e Roberto Corona… Tutti veri perciò tutti falsi: un tempo statico, circoscritto in uno specchio. Già lo specchio, il piccolo specchio della politica messinese. Solo così si potrà ricordare i debiti di Palazzo Zanca come il trauma che generò la riscossa di una comunità non più serva dei potenti.

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