Sofia Abad: bisogna avere coraggio per andare controvento e sensibilizzare all’educazione del linguaggio

Sofia Abad è nata a Napoli nel 1990 da genitori marocchini approdati in Italia negli anni Ottanta. Vive in Costa Azzurra. Dottoressa in Lingue e Culture Orientali e Africane, specializzata in sociolinguistica e decodificazione del linguaggio mediatico, Sofia é una sociolinguista, traduttrice, interprete e insegnante di francese in Francia. Parla 5 lingue, e sin dalla sua infanzia, ha sempre nutrito un’immensa passione per gli idiomi.

Ha un’azienda “AS TRANSLATION SERVICES” e offre servizi linguistici aiutando i clienti stranieri a orientarsi e a installarsi sul territorio franco monegasco. Nel 2017 ha ideato un programma “TalkWithMe TV e Podcast” con l’intento di garantire uno spazio sicuro e trasparente dedito al dialogo e alla conoscenza dell’altro, senza timore che le parole vengano strumentalizzate.
Assieme al Team Leggiqra ha ideato nel 2021 il Ramadan Planner, prima agenda produttiva in Italia, totalmente centrato sul Mese di Ramadan. Sofia é nominata Consigliera di fiducia del Comitato Scientifico dell’Associazione METE e curatrice della Campagna Video Social e Podcast di eventi con UNAR, OIDUR, METE, CESMAL e tante altri enti.

Sofia, comunicare nell’Era del Digitale per generare valore”: insomma, quello che facciamo e diciamo è la nostra carta d’identità?

Assolutamente si ! La comunicazione e il linguaggio, per me, sono i principali pilastri per la diffusione dei valori garantendo inclusione sociale e politica. Spesso ci concentriamo di più sugli aspetti che ruotano attorno alla comunicazione senza curare il linguaggio. E questo é controproducente per il benessere individuale e collettivo. 

Gli esperti di comunicazione sostengono che noi siamo il brand di noi stessi o, ancora meglio, noi siamo i media di noi stessi e in quanto tali, facciamo notizia, diventiamo ogni giorno notizia. Tutto viene alla luce o qualcosa scompare?

In quanto sociolinguista, traduttrice, interprete e formatrice linguistica, mi sono sempre concentrata su quanto le parole possano influenzare in maniera positiva o negativa, un pensiero individuale e collettivo. I media offrono un format di comunicazione spesso artefatto dove l’intervistato fa fatica a parlare di sé, a comunicare una vicenda senza aver timore che le proprie parole vengano strumentalizzate. Ed é per questo che nel 2017 ho ideato il programma “Talk With Me TV e Podcast” con l’intento di diffondere esperienze vissute volte ad ispirare in maniera spontanea e genuina il nostro pubblico attraverso conversazioni autentiche e approfondite con persone eccezionali. A mio avviso, non é possibile comunicare e diffondere giusta informazione se non vi é uno spazio dedicato al valore della parola e alla cura del linguaggio rispettando quelle che sono le esperienze dell’intervistato stesso. In quel caso la notizia non é reale. Si perdono pezzi di autenticità comunicativa. 

Siamo davvero in grado di comunicare ciò che siamo o siamo soliti nasconderci dietro agli alias della rete? Che risposta ti sei data?

Noi siamo assolutamente in grado di essere noi stessi e comunicare ciò che siamo, ma credo che gli spazi sono opprimenti e, in un’era in cui tutto é cosi standardizzato e le informazioni viaggiano alla velocità della luce, facciamo davvero fatica a concentrarci sulla forma e sul contenuto dell’informazione da divulgare. Attraggono incredibilmente i contenuti social che fanno più likes e questo rende le cose più complicate, e quindi inevitabilmente cadiamo nella trappola, preferiamo apparire come gli altri vogliono vederci. 

Ci sono parole che ti attraggono più di altre?

Io cerco di dare il giusto valore a ogni singola parola poiché si ha bisogno di più parole per comunicare e quindi non ho parole preferite. Mi piace però, ricordarle nel loro significato originale e indagare sui loro significati primordiali. Le parole si evolvono in base alle situazioni culturali e socio-politiche del momento, acquisiscono nuove sfumature e formano un linguaggio vivente, sempre di tendenza. Ma per far in modo che le parole restino fedeli ai loro significati bisognerebbe tornare al principio, fare un pò di etimologia. Però, vi é una parola che mi ricorda quanto sia fondamentale concentrarsi sul valore comunicativo, ed é POTERE. Attraverso le mie riflessioni, esse acquisiscono potere e, di conseguenza, si trasformano in AZIONE e REAZIONE. Ecco perché il Podcast del “Talk With Me” si chiama PAROLE E POTERE.

Si parla tanto di privacy ma se si naviga in rete ti rendi conto che l’intimità non esiste più: le nuove generazioni sono più aperte e trasparenti. Forse un po’ troppo. Rischi?

La rete e i social sono degli spazi super interessanti ma non hanno limiti, quindi vi é il rischio di perdere la propria intimità e la propria identità attraverso la diffusione di post, storie, reels . Ovviamente le nuove generazioni sono le più esposte a questo fenomeno. I rischi sono tanti. A tal proposito, con l’Associazione METE e il patrocinio di FEDERFARMA, abbiamo presentato il “Progetto Nazionale Educazione all’Affettività e Contrasto al Revenge Porn” a seguito dell’ondata di richieste d’aiuto da parte delle vittime. Il mio contributo é dare un’ottica sociolinguistica, ossia su come il linguaggio della rete può amplificare la violenza, in quanto i messaggi, le immagini e i video possono essere diffusi rapidamente e ad una vasta audience causando danni irreparabili all’immagine e alla reputazione delle vittime. 

Qual è la paura maggiore delle persone al giorno d’oggi?

Credo la paura di non essere all’altezza delle aspettative altrui e di non apparire sempre al top. 

Quanto e come la nostra soggettività può essere trasformata in dato oggettivo? Anche questo modo di comunicare può generare valore?

Credo di aver già risposto a questa domanda, ma ripeto dare valore alle parole e rispettare i loro significato primordiale!

Perché noi siamo e facciamo notizia anche stando in silenzio?

Perché vi sono diversi tipi di linguaggio: il linguaggio verbale viaggia di pari passo con il linguaggio non verbale e gestuale…anzi si completano. Quindi ovvio che il modo di porsi, può variare completamente il senso del linguaggio, ecco perché le parole devono essere il perno centrale per una comunicazione genuina. 

Che ruolo hanno nella sua vita quotidiana il coraggio, la temperanza, la sincerità e la giustizia?

Hanno un ruolo fondamentale: bisogna avere abbastanza coraggio per andare controvento e sensibilizzare all’educazione del linguaggio. Bisogna però darsi e dare il tempo necessario affinché vi sia cambiamento. Roma, e tutte le città del mondo, non sono state costruite in un giorno! Essere sinceri con noi stessi e con gli altri facilita la produzione di contenuti reali e sinceri altrimenti c’é poco da fare. Un linguaggio giusto é il riflesso del comportamento individuale e collettivo, la giustizia é la base di tutto. 

Per quale battaglia civile alzeresti la voce?

Per una giusta diffusione delle informazioni, la decostruzione delle informazioni mediatiche strumentalizzate, l’educazione alla giusta comunicazione nel rispetto della persona e delle proprie idee a prescindere da qualsiasi tipo di appartenenza. 

Quando hai intrapreso questa strada immagino avessi degli obiettivi da raggiungere: sei contenta per quello che hai realizzato o hai dei rimorsi per ciò che non è riuscita a fare?

Il programma “Talk With Me” nasce durante le mie notti insonni da studentessa universitaria fuori sede, nasce dalla ricerca di me stessa e di riappropriazione identitaria. Sono nata a Napoli negli anni 90, da genitori marocchini. Mi definiscono appartenente alla prima generazione di figli di immigrati, e spesso sono stata invitata in spazi televisivi per parlare di Islam in periodi bui durante gli attentati e il terrorismo islamico. Ho notato sin da subito di essere strumento di uno show costruito per diffondere una determinata informazione. Non mi sentivo a mio agio, le parole erano strumentalizzate, non mi si dava lo spazio di dire la mia e le tempistiche contribuivano a non darmi la possibilità di argomentare in maniera costruttiva. Dunque, dopo molte riflessioni, avevo deciso di costruire uno spazio nuovo che possa dare voce a chi non l’ha mai avuta, dare l’opportunità di raccontare e raccontarsi. Sebbene siano passati sette anni, nonostante l’arricchimento delle mie conoscenze scientifiche e le innumerevoli esperienze acquisite nel tempo, la strada da percorrere é ancora lunga. C’é tanto lavoro da svolgere e io e il mio team stiamo lavorando sodo, perché crediamo fortemente nel cambiamento propositivo. Nessun rimorso anzi, tanta carica e tanta voglia di costruire!