Maria Aliano: il vero “lusso non convenzionale” sta nel vivere e progettare nel rispetto della natura

Chi sta attraversando il 25° parallelo della vita emana una luce particolare, difficile non accorgersene. Sarà perché è un tagliando esistenziale, l’apice di una certa bellezza, la fine dell’ingenuità. Sanate le ferite adolescenziali, si apre un orizzonte più grande ma che non spaventa. E nell’incontro  con Maria Aliano, siciliana, originaria di Ragusa, da studentessa in Agricultural and Food Economics all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona a consigliere dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Ragusa, è andata cosi. 

Accanto alla carriera professionale Maria coltiva una forte passione per lo sport: la pallavolo ha un ruolo importante nella sua vita, infatti è il capitano della squadra di Serie C di Comiso. Un’altra cosa che adora è viaggiare per il mondo, trasformando questa passione in un secondo lavoro come coordinatrice di viaggi per WeRoad.

Suggestioni senza tempo. E a proposito di ambiente, natura, verde c’è chi sostiene che la vocazione alla sostenibilità nasca dalla nostra storia: non tutti comprendono che fare scelte per l’ambiente è un dovere, oltre che di business. Se vivi in salute e respiri aria pura il comfort è poesia: la natura ci insegna lo stile, con la sua semplicità. Lì non c’è follia.

Insomma, la ragazza è determinata e ambiziosa e punta a una costante crescita personale e professionale. A volte succede, la forza del desiderio riesce a trasformare la realtà. Altre volte ci si rilassa: la fatica di diventare grandi, nel bel mezzo della maturità. Immaginiamo che Maria debba essere grata a se stessa: per l’istinto e il coraggio di inseguire un sogno. E come darle torto: innamorata? Sì, della vita. Carpe Diem!

Maria, che cosa significa per te progettare e salvaguardare il territorio?

Ho sempre avuto un legame profondo con la mia terra e sono convinta che ogni gesto lasci il segno. Ognuno di noi ha una responsabilità nel proteggere la bellezza del nostro territorio e valorizzarne le caratteristiche, anche sviluppando le competenze necessarie per unire natura, innovazione e sostenibilità.

Così giovane e già in carriera: raccontaci la tua storia…

Sono sempre stata molto determinata e odio perdere tempo, ma anche io ho avuto qualche intoppo lungo il percorso di studi. Dopo la maturità avevo scelto un indirizzo all’Università di Pisa che non faceva per me e poco dopo ho fatto la rinuncia agli studi. Mi sono serviti sei mesi per riflettere e per mettere a fuoco le mie reali aspirazioni; per tornare in pari ai miei coetanei mi sono iscritta ai corsi singoli di Pianificazione del Territorio. In questo modo non solo ho trovato la mia strada, ma sono riuscita anche a laurearmi in anticipo e con il massimo dei voti.

Ho poi proseguito a Cremona, con un corso internazionale dell’Università Cattolica che mi ha permesso di ampliare la mia visione e confrontarmi in un contesto dinamico e globale.

Subito dopo la laurea ho conseguito l’esame di abilitazione alla professione di agronomo, e parallelamente all’attività presso il mio studio tecnico ho anche insegnato in una scuola privata come docente di chimica e scienze, perché credo molto nel valore della condivisione delle conoscenze e voglio tenere aperte tutte le strade che mi permettono di crescere, anche in ambiti diversi.

Adesso sono appena stata eletta consigliera dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Ragusa, un onore e un’esperienza che mi permetteranno di dare un contributo concreto sia alla categoria che al territorio.

Sono molto orgogliosa del mio percorso e penso che la mia esperienza possa essere d’esempio a quei ragazzi che come me si scoraggiano per aver commesso qualche errore che ha rallentato il loro iter, perché con tanti sacrifici e tanta determinazione si può ugualmente raggiungere qualsiasi obiettivo.

 Che cosa ti ispira soprattutto la natura?

La natura mi affascina in tutte le sue sfaccettature e rimango estasiata nel realizzare come in ogni luogo del pianeta essa crei un equilibrio profondo. Nei viaggi che faccio scopro paesaggi, tradizioni e modi diversi di vivere il rapporto con la terra e mi ispira vedere come la natura riesca sempre a rigenerarsi e adattarsi. Questo per me è un grande insegnamento di vita che cerco di applicare anche nella mia professione.

 Qual è il particolare della provincia di Ragusa che ti piace di più? Dov’è il tuo “rifugio”

Identifico il mio “rifugio” nelle coste di Ragusa, in particolar modo a Marina di Ragusa. Il mio posto sicuro è proprio la spiaggia, che sia in un campo da beach volley o tra le onde del mare, è così che ricarico le mie energie. Mi sento molto fortunata nel poter vivere in un luogo dove, dopo una giornata di lavoro, posso liberare la mente semplicemente guardando il mare.

Se non fossi nata in Sicilia dove andresti a vivere?

Non mi sono mai posta questa domanda perché nonostante i suoi difetti, amo vivere in Sicilia, ma se dovessi pensare ad un posto nel mondo dove poter esprimere liberamente me stessa mi piacerebbe vivere in un posto dove natura e persone coesistono in modo armonioso. Dopo aver viaggiato molto, credo che mi troverei bene in Portogallo o in qualche isola del Sud del mondo: luoghi semplici e autentici, dove la vita scorre al ritmo del sole e del mare, un po’ come a casa.

Ambiente, economia, territorio. La provincia di Ragusa è un luogo incantevole con suggestioni senza tempo. Il rischio a nostro avviso è che se i cambiamenti non hanno a monte l’amore per il territorio si rischia di compromettere la bellezza del posto. Una idea vincente potrebbe essere una sorta di architettura organica e un lusso non convenzionale. Uno spazio dove è possibile incontrarsi per respirare la natura. Perché fare scelte per l’ambiente è un dovere. Come si stanno trasformando le nostre campagne? Il giusto equilibrio tra potere, affari, cemento e ambiente?

La campagna sta vivendo un lento ma importante cambiamento frutto di una crescente tensione tra sviluppo economico, tutela ambientale e trend sociali.

Credo che il futuro del nostro territorio debba unire innovazione e tradizione. Le nuove generazioni hanno necessità diverse da quelle di un tempo e per raggiungere un equilibrio vincente bisogna avvalersi della nostra ricchezza più grande: la tradizione che si continua ad ereditare. Solo partendo dalla nostra storia agricola, culturale e paesaggistica possiamo costruire ciò che adesso si chiama sviluppo sostenibile e che può rispondere ai bisogni che verranno. A parer mio, il vero “lusso non convenzionale” sta proprio nel vivere e progettare nel rispetto della natura, creando spazi che ne esaltino l’armonia anziché alterarla.

Quel che conta in uno spazio, non è quel che si vede, ma il vuoto che sta intorno: si dice che un bravo “architetto” deve suggerire ciò che sfugge alla vista. Se dovessi spiegare il tuo concetto di ambiente ai nostri lettori?

Il mio concetto di ambiente sta nell’armonia tra uomo e territorio. Un ambiente equilibrato nasce da gesti consapevoli e dal saper intervenire con misura, ricordando che non siamo padroni della natura ma parte di essa.

La vita di un professionista può essere sintetizzata in un’immagine: il viaggio. Il viaggio alla ricerca delle idee è il più pericoloso: devi raggiungere luoghi inesplorati, originali… Quanto ha contato l’ambizione nel tuo percorso

Il viaggio è un’immagine perfetta perché racchiude il concetto di avere un progetto iniziale prima della partenza che potrebbe subire delle modifiche durante il tragitto. Da una parte la difficoltà sta nell’avere la prontezza di razionalizzare gli imprevisti e ritornare in carreggiata appena possibile, dall’altra, il bello è che a volte gli imprevisti ti portano in una strada migliore. L’ambizione è molto importante per me, ma devo dire che va a braccetto con l’umiltà che ogni professionista alle prime armi dovrebbe avere e con la consapevolezza delle proprie attuali capacità.

Qual è la cosa più sorprendente che hai scoperto lavorando in questo campo?

Sono rimasta felicemente sorpresa dal ventaglio di opportunità e specializzazioni che la mia professione offre, mi esalta realizzare che ogni mese che passa imparo qualcosa di nuovo. Spero, infatti, di dare il mio contributo nel diffondere questa consapevolezza affinché questa categoria venga sempre più valorizzata.

L’errore più evidente della politica nel gestire il territorio?

Credo che l’errore più evidente nella gestione del territorio da parte della politica sia la mancanza di una corretta visione a lungo termine. Le decisioni dovrebbero tener conto non solo degli interessi immediati o economici ma anche dal loro impatto sul paesaggio e sugli ecosistemi già presenti. Ci si dovrebbe preoccupare maggiormente di prevedere le necessità delle generazioni future, integrandole poi con la solida esperienza delle generazioni che hanno già vissuto e lavorato sul territorio ragusano.

Papa Francesco non perdeva occasione per ricordare ai politici di salvaguardare il pianeta dato che l’uomo calpesta i più elementari diritti provocando l’innalzamento costante delle temperature, il depauperamento progressivo degli ecosistemi, l’aumento dei disastri naturali e la devastazione di intere comunità. Come difenderci dai barbari?

Studiando. Ritengo che l’unico modo per difenderci dai ”barbari” sia aprendo la mente, tramite lo studio e la conoscenza anche di culture differenti dalle quali apprendere ciò che può tornarci utile. Credo che non smettere di imparare e allargare i propri orizzonti in campi diversi sia fondamentale: sono convinta che l’ignoranza sia alla base di molti problemi e il cambiamento climatico ne è una prova. In passato si avevano informazioni e mezzi limitati, quindi non mi sento di condannare i nostri antenati per le scelte compiute; Oggi però non è più ammissibile ignorare ciò che tecnologia e scienza ci hanno insegnato. Bisogna diffondere consapevolezza e informazione in modo di “salvare il salvabile”.

Consigli per migliorare gli spazi artistici e i luoghi d’incontro per i giovani?

Un luogo di incontro ideale dovrebbe essere multifunzionale: i giovani hanno sempre più interessi e necessitano di stimoli costanti. Dovrebbe essere un luogo informale dove condividere culture, idee e visioni della vita; un luogo dove, perché no, sentirsi anche liberi di esprimere pareri politici e religiosi.

A proposito di accoglienza, come deve essere strutturata una casa, un parco, un giardino dove invitare gli amici e trascorrere il proprio tempo libero?

Immagino un posto dove accogliere gli amici come un posto semplice, autentico e naturale che li faccia sentire a proprio agio. Per me l’accoglienza non sta nel lusso ma nella capacità di trasmettere serenità e calore a chi sceglie di condividere il proprio tempo libero in quello spazio.

Ultima curiosità: cosa recita il tuo motto?

Non ho un motto preciso, ma c’è un pensiero che mi accompagna spesso: Non arrendersi mai, mirare sempre più in alto delle proprie aspettative e nei momenti di difficoltà riconoscere i traguardi già compiuti e che un tempo sembravano inarrivabili.