Greta Guiotto: Non c’è nient’altro che mi fa battere il cuore come la fotografia

Una volta si viaggiava per conoscere, ora per sopravvivere. O per vivere meglio, che è più o meno la stessa cosa. Greta viaggia con la fantasia: il che è indice di creatività. Il suo destino è raccontare storie usando le immagini. Greta, ha 21 anni. E poi?  Determinazione e misticità sono le parole che più la rappresentano. Sin da quando era bambina, si nutre di una smisurata fantasia e creatività, elementi che l’hanno spinta ad amare e possedere una passione particolare: la fotografia.

Osservando gli scatti fotografici di Greta non si può negare che a volte le parole non servono per esprimere un concetto: esistono espressioni che sfuggono al controllo della mente. Volti che raccontano un desiderio oppure una fragilità emotiva. Facce che ti fanno innamorare e sognare: il linguaggio è racchiuso in un clic.

“La mia prima macchina fotografica fu una Nikon Coolpix S60, la utilizzavo per immortalare momenti di svago e divertimento. Al giorno d’oggi possiedo una Nikon D3200, che mi accompagna in ogni luogo, attimo, stato d’animo. E’ la mia fedele compagna. Ho cominciato a sviluppare la mia passione per la fotografia in maniera più professionale, nel 2013, iscrivendomi all’Istituto Fotografico Albe Steiner. Questa scuola mi ha dato la possibilità di approfondire la mia tecnica fotografica e il mio modo di vedere il mondo, di riflettere sui miei punti di vista. Il tempo mi ha permesso di comprendere quanto sia bello e reale fotografare e raccontare l’anima delle persone attraverso il ritratto. Riuscire a unire ingredienti come armonia e linearità, essenzialità e semplicità. Mi piacerebbe trasferire queste mie riflessioni all’interno del mondo Cinematografico, e diventare la direttrice di fotografia. Ciò che più osservo durante la proiezione di una pellicola cinematografica, sono le inquadrature e il modo in cui il direttore della fotografia utilizza le luci e i diversi colori. La maniera con cui “interpreta la luce” dando coerenza visiva alle riprese. Curando ogni minimo dettaglio, dagli spazi visivi agli sguardi tra un attore e l’altro”.

La sensazione che ci trasmette è positiva: la bellezza conta, ma è un insieme, una questione di personalità. C’è tanta strada da fare per coronare il suo sogno: ma Greta non è spaventata per nulla. La voglia di mettersi in gioco per lei è l’orgoglio di far vedere a tutti di che cosa può essere capace una ragazza dalla mentalità vincente.

Ci sembri un po’ timida: è solo una nostra impressione?

“Un po’” è il termine corretto. La mia timidezza va in base alla persona che ho davanti. Se riesce a mettermi in soggezione mi chiudo facilmente e divento rossa anche solo per un complimento. In altri casi, se c’è feeling con una determinata persona, la timidezza sparisce e sono completamente me stessa. Anche se non mi piace mostrarmi subito per quella che sono, mi piace farmi scoprire strato per strato. La fotografia rappresenta un momento che non tornerà mai più.

Cosa ti fa più paura del tempo che passa: l’età, la bellezza, le persone che un giorno andranno via per sempre?

Niente mi fa paura. A parere mio la fotografia resterà per sempre, attraverso un obbiettivo fotografico, ma soprattutto attraverso gli occhi delle persone. La bellezza è relativa. Quello che 3 anni fa risultava bello, al giorno d’oggi può essere visto in modo negativo. Personalmente l’unica cosa che mi spaventa è la visione della settima arte negli occhi delle persone. Attori come Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, non torneranno più. La scena verrà riempita da altri attori, che a parere mio solo altrettanto bravi, ma non avranno lo stile e i modi di fare/essere di attori come quelli che ho citato prima. Registi e attori del 21° secolo potranno e proveranno ad ispirarsi a personaggi come Federico Fellini o Vittorio Gassman, ma otterranno risultati poco più che sufficienti, in quanto autori come loro non torneranno più, e neanche ciò che crearono con la propria mente.

Qual è l’errore più comune quando si scatta una foto?

Possono esserci molti errori quando si scatta una foto. Vanno dal taglio dei gomiti, piedi, testa.. Si può scattare una foto mossa o sfocata. Cogliere l’attimo sbagliato, in cui il soggetto chiude gli occhi. Uno scatto in controluce. Una foto storta e che visibilmente dà fastidio. Se si lavora in manuale si corre il rischio di scattare una foto sovraesposta, o sottoesposta. Insomma, esistono svariati errori quando si scatta una foto. Ma posso dire che alcune volte l’errore, può diventare un mezzo artistico per comunicare un qualcosa di insolito.

Come scegli i tuoi personaggi?

I miei personaggi li scelgo in base ai miei gusti e seguo il mio canone di bellezza. Mi piacciono molto le ragazze semplici, naturali. Le ragazze con la carnagione chiara e lo stile un po’ alla francese. Con il tempo ho sviluppato una riflessione in merito alle bellezze che al giorno d’oggi occupano la scena davanti all’obiettivo. Possono esserci due tipi di bellezza: la bellezza fotogenica e la bellezza da vivere. La prima bellezza include i visi che davanti all’obiettivo non riscontrano nessun tipo di problema, risultando armoniose e magnetiche. La seconda bellezza rappresenta i visi che sono belli da riprendere in maniera spontanea, senza metterle davanti a un obiettivo. Sono belle da guardare quando ce le hai davanti, e ci parli, le vivi, ne osservi i movimenti e le gesta.

Perché hai scelto di partecipare a set cinematografici?

Ho scelto di partecipare a set cinematografici in quanto mi ha sempre affascinato il mondo del cinema, e di ciò che si cela dietro alla macchina da presa. Delle figure che contribuiscono alla realizzazione del film. Delle persone che dirigono lo svolgimento delle riprese. Dai documentari che ho visto, mi ha attratto moltissimo l’atmosfera che si crea appena si urla “azione!”: tutti con gli occhi puntati su ciò che un giorno apparirà su uno schermo davanti a centinaia di persone. Spero che un giorno diventi il mio mondo.

Sei giovane ma siamo certi che hai già dovuto affrontare una sliding door, scegliere una delle due porte. Oggi pensi di aver preso quella giusta?

Assolutamente sì. Non c’è nient’altro che mi fa battere il cuore come la fotografia. Non c’è nessun altro mestiere che mi affascina tanto quanto il direttore della fotografia nel cinema. L’ho capito quando il mio professore di fotografia alle superiori mi disse “Greta tu hai talento, e non è una cosa da tutti, o ce l’hai o non ce l’hai” facevo prima superiore. Ci sono stati come dei messaggi astratti che me l’hanno fatto capire. Delle vocine che provengono da non so dove, e anche il fatto di aver vinto due concorsi, eventi che mi risero ancor di più consapevole di possedere un talento innato. Non saprò mai cosa ci sarà stato dietro la porta che non aprì, so solo che di una avevo la chiave, e dell’altra no.

La quarantena ci obbliga a seguire delle regole: non c’è forse il rischio di perdere quella sana anarchia che poi è l’energia per la creatività?

Penso che sia soggettivo. Durante questa quarantena alcune persone si sono sentite svogliate e poco stimolate. Altre avevano voglia di fare, e di conseguenza non si sono fermate un attimo. Ognuno ha colto questi giorni reclusi in maniera diversa. E i frutti si vedranno quando tutto sarà finito. Come si esce da un momento difficile? Con il tempo. Il tempo affievolisce, spegne, annebbia tutto ciò che un tempo ti faceva soffrire e dopo ti sembrerà solo un momento complicato che però è passato e va bene così. Penso che la sofferenza ti aiuti moltissimo. Il tirarsi su e riuscire a oltrepassare un periodo grigio fa di te una persona forte e gagliarda. Una persona che non pensa più al passato in quanto non gli riguarda più. Lo guarda con occhi diversi e con più leggerezza. Tutti i momenti difficili passano, bisogna solo trovare il coraggio e la forza di affrontarli, sicuramente anche degli ottimi amici.

Se dovessi realizzare una foto che racchiuda l’emergenza Covid 19?

Ci ho pensato molte volte durante questa quarantena. Penso che la realizzerei in questo modo: un soggetto qualsiasi (maschio o femmina) con una busta di plastica in testa. In quanto uno dei principali problemi di questo virus, è la difficoltà di respirazione. Potrebbe anche rappresentare la situazione che alcune persone stanno vivendo in questo periodo. Coloro che non si trovano bene a casa, trovano che sia uno spazio troppo stretto dove si ha difficoltà a respirare e muoversi.

Prossimo step?

Appena tutto sarà finito andrò ad informarmi in diverse società cinematografiche e televisive per ottenere agganci all’interno di questi ambienti. Fare più esperienze possibili e arricchirmi sempre di più. Attualmente frequento il DAMS (Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo) con l’obiettivo di laurearmi tra 1-2 anni, successivamente andare a Roma e studiare presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Confido in me.