Vita da basket: Petrucci e la Marsigliese

Petrucci e la Marsigliese. Come sempre, le cose più belle della Francia sono opera di italiani. La melodia della Marsigliese è stata creata da Giovanni Battista Viotti, musicista di corte a Parigi. Un expat ante litteram che, ben 11 anni prima (nel 1781), aveva creato lo spartito della musica, inconsapevole che poi gli sarebbe stato scippato qualche anno dopo per trasformarlo in un inno rivoluzionario.

Ma allora perché tutta questa indignazione dal mondo della palla a spicchi, parlamentari compresi, contro la decisione del  Presidente Petrucci?

Il pianeta basket propone in questi giorni, ai suoi tifosi un Corso di Marsigliese: fascicoli e cassette, fate un po’ voi. Si sa: si pubblicano tante cose sul basket ultimamente: dalle gare sospette, agli arbitri contestati. Dai bilanci non in regola alle promozioni pilotate. Troppe. Siamo sommersi da tante polemiche: da scriverci libri, giornali e opuscoli. Troppi sospetti. Le nostre tradizionali abitudini di partite normali- lente, sonnolente – non vanno più bene. Dobbiamo farcene di nuove. D’accordo. Del resto, se qualcuno sospetta che noi italiani abbiamo delle cattive abitudini ha quasi sempre ragione.

Epperò non sparate su Gianni Petrucci. E siccome non è mai troppo tardi per correggersi, ci daremo da fare per imparare da lui su come navigare nel mare in tempesta. Il nostro lider maximo ha voluto difendere l’italianità della Marsigliese e quale migliore occasione può esserci, per un grande sostenitore della Balena Bianca? La settimana Santa in concomitanza del rogo che ha parzialmente distrutto la Cattedrale di Notre-Dame a Parigi.

Quindi agli onorevoli, agli ultras, agli addetti ai lavori diciamo: perché tutta questa esasperazione  nei confronti del presidente Fip?

Ok, non siamo su scherzi a parte, anche noi di IMG Press da sempre critici sulla governance federale della pallacanestro italiana cerchiamo di trovare un barlume di logicità in questa scelta. Purtroppo noi italiani riusciamo a indignarci per poco, anzi per molto poco, e quando accade per l’inno francese, a noi fa ridere.

Alla fine anche uno come Petrucci si umanizza, decide di scendere dall’iperspazio e parcheggia l’astronave in piazza. Guarda la Francia e si commuove per quel che accade. In lui c’è quasi il gusto del ritorno sulla terra, dopo una vicenda del genere. Quasi il piacere di non sentirsi predestinati, invulnerabili dentro la corazza magica. Ma il rogo della cattedrale di Notre-Dame non può cancellare altre storie.

Ricordiamo a noi stessi che la governance federale è la stessa che non ha mosso un dito quando si è trattato di schierare la migliore nazionale  per la qualificazione ai mondiali lasciando a casa i vari Gallinari, Belinelli, Datome, Melli, Hackett, Brooks, Della Valle, Cianciarini, etc… per queste scelte nessuno si è indignato, tutti a battere le mani nelle gare della nazionali e nessun ultras a voltarsi durante le gare della nazionale.

Per restare in tema “Tutto va ben, madama la marchesa” che trae le sue origini da una vecchia canzone francese che narra di un servitore che cerca di rassicurare una marchesa al telefono, mentre le comunica che il suo palazzo è andato a fuoco in seguito al suicidio del marito.

Con questo Buona Pasqua a tutti Petrucci compreso.

Ciuff…e…Tino