Il tempo degli stronzi

Un tizio manda all’ospedale un ragazzino che a sua volta si picchia con un suo coetaneo alla fine di una partita di calcio in un campetto piemontese. Un altro, in Toscana, si fa un business con un sito squallido sulle donne, seguito da altri trentamila come lui. Eccetera eccetera perché di esempi sono piene le nostre giornate e i nostri giornali.  Sia chiara una cosa. La lingua italiana – con i suoi più prestigiosi dizionari – accetta ormai a tutti gli effetti il termine ormai sdoganato di “stronzo”. Il problema è che sta diventando uno sgradevole tsunami.

Le istruzioni per identificare la categoria sono diverse ma un esperimento si potrebbe forse fare mettendo in un frullatore gli aggettivi: stupido, inetto, inopportuno, scorretto, incompetente, furbo, cialtrone, arrogante, violento, vile, volgare; frullare bene e infine osservare il risultato a distanza igienicamente adeguata.

Quella degli stronzi – esiste un termine in ogni lingua viva o morta che sia – in fondo è una categoria che è sempre andata di moda. Il cinema, i libri, ne sono pieni e gli esempi si possono strafare ma il fatto è che  oggi sembrano avere preso il potere e la stronzaggine insieme alla incompetenza, sua sorella siamese, sono di moda e di tendenza.

Come difendersi? Relativamente difficile, certo, perché lo stronzo – o se si vuole il bullo che è uno stronzo intraprendente – capisce solo la forza e la paura mentre fiuta e sfrutta la paura altrui. Basta non dargli spazi e soprattutto non farsene condizionare. I giornali di questi tempi . pur essendo quel che sono . ogni tanto riescono – magari per sbaglio – a dare notizie che fanno riflettere. Così, nelle cronache ormai dominanti del tennis, Jannik Sinner dimostra ancora una volta che è la testa la sua arma vincente. Raccontano i cronisti infatti come il suo avversario del giorno, un australiano gli si sia avvicinato prima dell’incontro e (con l’aria appunto un po’ della categoria di cui sopra) gli ha ricordato allusivo come lui (l’australiano) lo abbia battuto nell’unico precedente incontro, qualche anno prima. Sinner allora lo guarda negli occhi e gli risponde – testuale – che lui ricorda solo le cose belle.

Poi finisce 6-3, 6-2, 6-2 in due ore per Sinner, che ricorda solo le cose belle mentre gli errori li studia e lo fanno crescere. Gli stronzi vanno trattati così. In fondo, per rimanere in un contesto peraltro sgradevole, basta dare retta al corpo umano che ce lo insegna, mantenendo ciò che gli serve e scartando i rifiuti. Il che, in qualche modo, chiude il cerchio.

 

Carlo Romeo, giornalista e scrittore, collaboratore Aduc