 
Messina da bere. Alcuni grandi temi di crescita civile si stanno proponendo in questi giorni all’attenzione della società e delle forze politiche: la bontà dell’arancino, l’obiezione se nella focaccia messinese sia necessaria l’acciuga ma soprattutto la differenza tra alici e sardine, E in ultimo, ma non per ultimo: la trippa quando si pappa!
Non sono temi nuovi; di alcuni di essi si discute da anni, ma per tutti esiste un problema di adeguamento al costume e allo sviluppo della società. Poi, in soccorso della classe politica e dei loro autorevoli commensali, arriva il Messina Street food. In queste occasioni il sindaco, il politico in genere, Palazzo Zanca, riacquista la propria centralità e si scrolla di dosso il giogo dei partiti e degli apparati, ridiventando il luogo dove le opinioni si confrontano e dove il comune sentire costruisce i propri strumenti legislativi al riparo del voto segreto.
Come dar loro torto: al Messina Street food di Alberto Palella, il profumo di qualcosa che sfrigola nell’aria, le luci che si accendono a Piazza Cairoli, le voci, la musica, i sorrisi, Bracioleone che abbraccia i bimbi. Ogni sapore racconta una storia, ogni morso è una tappa di un viaggio che sa di casa e di mondo. Lasciati guidare dall’istinto, segui l’aroma, (dimentica le tasse, i debiti, le rate per casa, auto e vacanze che non potevi permetterti…) perditi tra le emozioni. Slacciate le cinture… si mangia!
P.S.
Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. 
LC 14,12-14


 
		 
		