A Viareggio in costume da bagno

Dopo che il Sindaco della “capitale” della Versilia, Giorgio del Ghingaro, è stato fatto uscire da un ristorante perche’ non aveva l’abbigliamento da ordinanza, la nostra irriverenza è stata stimolata. Per tanti motivi, che si accavallano a gomitate per aggiudicarsi il primo posto. Infatti non sappiamo se disperarci:
– per il ristorante versiliano che impone i pantaloni lunghi dopo le 19;
– il Sindaco che ribatte dicendo che non lui non era vestito da straccione perche’ i bermuda che indossava costavano 250 euro, e con tutti il resto dell’abbigliamento arrivava a 2.000… e si sa, se ci sono soldi, anche se alla fine si indossano “stracci”, questi ultimi non sono tali;
– il Sindaco che dice che in passato ne aveva visti altri in bermuda nello stesso ristorante e non erano stati allontanati; che e’ come il multato in doppia fila che va ad incazzarsi col vigile perche’ ha multato solo lui e non gli altri due sempre in doppia fila;
– il Sindaco che proprio alcuni giorni fa aveva firmato un’ordinanza che impone il decoro nella passeggiata a mare che fa di Viareggio un mito; il decoro -forse il Sindaco non ci aveva pensato, ma ora dopo la sua esperienza, chissa’ se ci fara’ un pensierino- … il decoro, dicevamo, non sarebbe un fatto di vestiti e ciccia al vento, come quegli sventurati che passeggiano in costume da bagno e vengono magari non solo ricoperti dagli stracci in dotazione alla polizia morale viareggina (come quella dell’Iran, per intenderci) ma anche multati;
– gli esseri umani medi, anche quelli che appartengono ai partiti di maggioranza relativa (Pd), e soprattutto quelli che sono scelti per rappresentarci nelle istituzioni, e’ difficile che vadano in giro con una “mise” estiva (in genere piu’ frugale di quella invernale) da 2.000 euro.. e poi, con un orologio da 1.000 euro (occhio a quando al semaforo, signor Sindaco, sta fermo col braccio fuori del finestrino della sua ….. chissa’ che macchinone avra’, visto l’abbigliamento…).
Insomma abbiamo da scegliere per disperarci e fare gli irriverenti. E poi, chissa’ quanti immigrati il nostro Sindaco ospita a casa sua o magari paga con l’adesione ad una qualche associazione impegnata nei salvataggi… basterebbe un paio di pantaloni corti (come si chiamavano una volta i bermuda) in meno. L’orologio, poi, non ne parliamo: se usasse uno di quelli da 1 euro, usa e getta riciclabili (!!), sarebbe carino che’ ogni giorno ne avrebbe uno di colore diverso…
Calmi, non ce ne frega piu’ di tanto di Giorgio da Viareggio in versione privacy. Che si vesta come cazzo gli pare e piace e decida di devolvere i suoi soldi (inclusi quelli dello stipendio da Sindaco) dove piu’ gli piace.
Ma ci fa incazzare neri -finalmente abbiamo trovato l’irriverenza da mettere al primo posto- quando dice cose tipo “il cartello con l’obbligo dei pantaloni lunghi non l’ho visto” “altri in quel ristorante li ho visti con i bermuda”… e poi fa l’ordinanza per il decoro in passeggiata. Ma la regole, a che servono?
Noi siamo irriverenti e usiamo talvolta linguaggi da facili costumi, ma almeno non siamo ipocriti, con l’aggravante -per Giorgio da Viareggio- di essere anche il Primo cittadino.
Ovviamente, per chi ci vuole conoscere, siamo quello in costume da bagno sulla passeggiata storica viareggina, con tanto di carta di credito infilata nel costume (a mo’ che, quando la levi, si vede il bianco della mancata abbronzatura, come il pettinino…) per pagare tutte le multe che ci verranno fatte, e magari faremo ricorso al Tar, ma sicuramente non ci faremo riprendere in costume dai maggiori media estivi e non straparleremo… tranne che canzonare, n’est pas?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc