UN’ESPERIENZA UNICA PER LA FESTA DELLA MAMMA: VALLOMBROSA, UN PARADISO NATURALE A DUE PASSI DA FIRENZE

Ideale per trascorrere piacevoli momenti in famiglia celebrando la Festa della Mamma è la località di Vallombrosa, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, famosa per la presenza dell’imponente abbazia e per i meravigliosi sentieri escursionistici che portano ad ammirare panorami straordinari. Punto di partenza ideale a Firenze è il Grand Hotel Mediterraneo, dove non mancano offerte di city break per soggiorni di almeno due notti.

Con l’avvicinarsi della Festa della Mamma in tanti cercano alternative valide per trascorrere momenti indimenticabili in famiglia, magari riuscendo ad organizzare qualcosa di diverso dai canonici circuiti turistici. Per chi si trova a Firenze una destinazione ideale da scoprire è Vallombrosa, località situata a circa 30km a sud del capoluogo toscano, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste CasentinesiMonte Falterona Campigna. Non solo bellezze naturali tutte da scoprire con piacevolissime escursioni e camminate nella natura, ma anche un tuffo nella storia. Infatti Vallombrosa è nota soprattutto per la sua Abbazia, fondata nel XI secolo dai monaci vallombrosani. Quella che oggi appare come una struttura monumentale, in origine si presentava come una piccola capanna di legno realizzata da un nobile fiorentino del XI secolo, Giovanni Gualberto, che decise di lasciare tutte le sue ricchezze e dedicarsi alla preghiera in un luogo isolato. Ecco che nacque l’ordine dei Vallombrosani, basato sulla regola benedettina dell’Ora et Labora. Nel 1036 vennero realizzate le celle e l’oratorio, ma per parlare di monastero vero e proprio bisogna aspettare il XIII secolo con l’aggiunta del campanile, il XV secolo con lavori di ampliamento, il secolo successivo con l’aggiunta della torre difensiva e poi, a seguire nel tempo, delle mura, del laghetto di pesca fino ad arrivare alle migliorie in stile barocco e, nel Settecento, a quello che si presentava con tutta la sua austerità medievale. Abbattuto durante il periodo napoleonico, tornò a nuova vita dopo la seconda guerra mondiale, dopo che giocò un ruolo fondamentale come supporto alle forze partigiane, e i monaci finalmente riuscirono a tornare a Vallombrosa.

La chiesa dell’abbazia è una vera e propria opera d’arte, con affreschi e sculture che ne fanno uno dei tesori artistici della Toscana. L’importante patrimonio qui conservato comprende anche la tavola di Raffaello dei Carli e alcuni affreschi di Fabbrini nella cupola e nella volta della navata; la Trinità di Lorenzo Lippi e il ricco reliquario del braccio di San Giovanni Gualberto ad opera dell’orafo fiorentino Paolo Sogliano oltre il coro in legno intarsiato di Francesco da Poggibonsi. Spostandosi nella sagrestia rinascimentale si trovano esposte una tavola di Raffaellino del Garbo con San Giovanni Gualberto e altri santi, risalente al 1508 e una grande pala di terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia, mentre il refettorio ospita una serie di Ignazio Hugford, pittore attivo nel Settecento. Elementi di vanto sono anche la biblioteca, ambiente che in origine era usato come stalla, e la farmacia, dove l’attività di produzione, oltre alla creazione di medicine, includeva anche la preparazione di elisir: tutt’oggi vengono commercializzati ai visitatori ottimi prodotti tra cui liquori di rinomata proprietà aromatica e digestiva, cioccolato, miele, creme. E’ visitabile anche un museo dove sono esposte la maggior parte delle opere artistiche rimanenti e diverse realizzazioni che provengono da altri istituti vallombrosani,

Un’altra attrazione della zona è sicuramente la natura: ci sono infatti diversi percorsi escursionistici, tra cui il sentiero della foresta, quello del crinale e quello del fiume. Ognuno offre la possibilità di ammirare meravigliosi panorami e di entrare in contatto con la flora e la fauna locali. Non manca quindi, la possibilità di incontrare caprioli, cinghiali, daini, donnole, faine, ghiri, istrici, lepri, ricci, scoiattoli, tassi più diverse specie di uccelli tra cui picchi, rapaci diurni e notturni. Nel bosco che circonda l’abbazia è praticata la selvicoltura, ed è interessante sapere che i monaci di Vallombrosa si concentrarono unicamente sugli abeti, tanto che hanno preparato il terreno per la creazione di una riserva bio-genetica riconosciuta nel 1977. Gli arboreti costituiscono alcuni tra i più importanti luoghi dove vengono coltivati gli alberi in Italia, con oltre 5000 esempi di alberi, che si possono appunto ammirare in tutta la loro maestosità semplicemente seguendo i vari percorsi di escursioni, avvolti in atmosfere uniche e circondati dalla più assoluta tranquillità. L’Abbazia di Vallombrosa è facilmente raggiungibile da Firenze, e per un soggiorno nel capoluogo toscano un indirizzo da non perdere è quello del Grand Hotel Mediterraneo, albergo a 4 stelle che si affaccia sulle rive dell’Arno, in prossimità del Ponte San Niccolò.