Dalle origini umilissime al gotha della medicina: Giuseppe Iacono, già primario di Gastroenterologia dell’ospedale dei bambini Di Cristina di Palermo, si racconta e racconta cinquant’anni di Sicilia. Un memoir avvincente come un romanzo…
In presentazione a Palermo il 18 dicembre e a Casteltermini il 19 dicembre “Un uomo, un medico” (Navarra Editore, 160 pagine, € 15,00, dicembre 2021) , l‘autobiografia del medico siciliano Giuseppe Iacono, scritta a quattro mani con la giornalista Maristella Panepinto, che da un piccolo paese dell’agrigentino e da una famiglia di umilissime condizioni è diventato uno dei più grandi specialisti di gastroenterologia pediatrica in Italia e all’estero. Uno spaccato di vita che restituisce 50 anni di storia siciliana e italiana. Un esempio illuminante di ascensore sociale.
Il libro sarà presentato a Palermo sabato 18 dicembre alle ore 18 a Villa Zito. Dialogherà con gli autori la giornalista Elvira Terranova. Interverranno il professore Calogero Comparato, primario di Cardiologia all’ospedale Di Cristina – Dei bambini di Palermo e il professore Antonio Carroccio, primario del reparto di Medicina Interna all’ospedale Cervello di Palermo.
Domenica 19 dicembre alle ore 18 sarà presentato a Casteltermini, alla Biblioteca comunale con il patrocinio del Comune di Casteltermini. Dialogherà con gli autori la dottoressa Lina Severino, interverranno l’avvocato Giuseppe Scozzari e il professore Francesco Faraci.
Già primario di Gastroenterologia dell’ospedale dei bambini Di Cristina di Palermo, Iacono si racconta in queste pagine senza filtri e con passione, condividendo con il lettore la sua storia privata e professionale. I sogni da bambino sulla spiaggia di San Leone ad Agrigento: il piccolo Giuseppe, terzo di sette figli, abita nei piani bassi del palazzo di una famiglia di nobili e notai e cresce tra i campi tenuti a mezzadria dal padre, le viti, le capre al pascolo. Ma Giuseppe è determinato, vuole cambiare la sua vita e il suo status sociale: si impegna così con animo e corpo e punta l’obiettivo: diventerà un medico di successo, proprio come il marito della nipote del notaio, che è un luminare al Policlinico Gemelli di Roma.
Inizia così il racconto del periodo palermitano; dopo il diploma, Iacono si trasferisce nel capoluogo per iscriversi all’Università. Palermo gli sembra sconfinata rispetto al suo pezzo di mondo tra la campagna e il mare agrigentini. Ma raggiunge la laurea a pieni voti e la sua piccola comunità lo acclama come un re, perché Peppino è il primo sanleonino “dottore”.
La gavetta, però non è facile nella Sicilia degli anni ‘80 densa di grandi sentimenti, ma anche dell’ombra onnipresente della mafia, che minaccia il dottore, ormai diventato una sorta di celebrità di provincia per la sua capacità di curare grandi e piccini e di salvare vite.
Arriva così a Casteltermini – dove Iacono ha mantenuto il suo studio medico privato, pur avendo intrapreso la carriera ospedaliera a Palermo – il ricatto della malavita: o paghi il pizzo o devi sparire da qui. La scelta dolorosa e difficile di abbandonare quel paese tra i monti a lui tanto caro, si rivela però una svolta epocale, determinando l’ascesa verso il successo medico e scientifico, grazie alle grandi scoperte nel campo delle intolleranze alimentari.
La consacrazione e l’orgoglio di essere diventato un “professore”, e un nome di prima grandezza della gastroenterologia dell’adulto e del bambino. La vocazione nel curare i bambini così da regalare loro una vita migliore. I viaggi in giro per i continenti per imparare, per insegnare, ma anche per curare i bambini bisognosi. L’avventura nel deserto del Sahara. Il salvataggio, tra gli altri, di un bimbo cieco, precipitato da un balcone Al centro la capacità di avere creato una grande famiglia, perno di ogni cosa. Una vita costellata di tante avventure quella di Iacono che dimostra quanto ogni giorno possa celare sorprese e meraviglia. Un memoir avvincente come un romanzo.
La prefazione è firmata da Rossano Bartoli, Presidente Fondazione Lega del Filo d’Oro, che scrive: “ una lettura piacevole, in cui si intrecciano ricordi familiari e aneddoti professionali. A far da sfondo, i colori e i profumi della Sicilia, i valori legati alle tradizioni ma anche le sue profonde contraddizioni. Tra le righe emergono con forza l’attaccamento alle radici e alla sua terra, la voglia di riscatto senza mai rinnegare il passato, l’ambizione e allo stesso tempo l’umiltà, la disciplina e la determinazione, l’amore, la passione e la dedizione, che hanno sempre guidato le sue scelte. È un libro fatto di quotidianità e prospettiva, di ottimismo e ostinazione, di accettazione e speranza. Ne esce il ritratto di un uomo che nel tempo ha avuto la capacità di evolversi e di non rimanere mai ‘fermo sul posto’, proprio l’intento che, a suo dire, anima la nostra Fondazione, cogliendo in pieno il senso del suo operato”.