La Pastorale di Beethoven e gli Chants d’Auvergne con Roberto Forés Veses e Sarah Fox

La Pastorale di Beethoven e gli Chants d’Auvergne con Roberto Forés Veses e Sarah Fox

 

Giovedì 3 marzo 2022 ore 20.30

Venerdì 4 marzo 2022 ore 20.00

Domenica 6 marzo 2022 ore 16.00

Auditorium di Milano, Largo Mahler

 

Marie-Joseph Canteloube de Malaret Chants d’Auvergne

Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68 “Pastorale”

 

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Sarah Fox Soprano

Roberto Forés Veses Direttore

 

Giovedì 3 marzo 2022 è la Giornata Mondiale della Natura. Un’occasione per riflettere sull’importanza della sostenibilità e della conservazione della biodiversità, e per ribadire la sensibilità dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi nei confronti dei temi legati all’ambiente. Così, il diciannovesimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2021/2022 si tinge metaforicamente di verde, insieme al talento di Roberto Forés Veses e alla voce di Sarah Fox, giovedì 3 marzo alle ore 20.30, venerdì 4 marzo alle ore 20 e domenica 6 marzo alle ore 16. In programma la Sinfonia n.6 in Fa maggiore op.68 Pastorale di Beethoven e gli Chants d’Auvergne per voce e orchestra di Joseph Canteloube.

Pastorale non è solo il titolo che viene dato alla Sesta sinfonia di Beethoven, ma è anche un modo di sentire, di stare in pace con il mondo e la natura che ci circonda. La Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68 è forse uno dei manifesti più compiuti della musica a programma, fu composta nel 1808 e ha come titoli dei quattro movimenti le seguenti descrizioni: Piacevoli sentimenti che si destano nell’uomo all’arrivo in campagna: (Allegro ma non troppo) – Scena al ruscello: (Andante molto mosso) – Allegra riunione di campagnoli (Allegro) – Tuono e tempesta (Allegro) – Sentimenti di benevolenza e ringraziamento alla Divinità dopo la tempesta (Allegretto). Una serie di immagini vivide, ben visibili se si chiudono gli occhi durante l’esecuzione. Beethoven stesso non faceva segreto del suo amore per la natura: “Non c’è nessuno che sa amare la natura come me. I boschi, gli alberi, le rocce danno veramente quella risonanza che è desiderata dall’uomo.”

“Pastorale” è un attributo che si coniuga bene anche all’altra composizione in programma, i Canti d’Alvernia per soprano e orchestra, una raccolta di folk songs originarie della ragione francese dell’Alvernia, nel cuore della Francia, che ci proiettano in un clima bucolico. Tra il 1923 e il 1955, Joseph Canteloube riunì e arrangiò per orchestra o pianoforte ventidue di queste canzoni popolari. Sono cantate in occitano, una lingua romanza che all’orecchio moderno sembra essere un amalgama di francese e spagnolo, e il cui parente moderno è il catalano.

L’intentio operis di questo lavoro è stigmatizzato dalle parole dello stesso Canteloube: “Le canzoni contadine spesso salgono al livello dell’arte più pura in termini di sentimento ed espressione, se non nella forma“. C’è infatti il pericolo di eseguire queste affascinanti canzoni popolari in modo troppo sofisticato, in quanto sono destinate a riflettere gli amori e le vite dei contadini e degli allevatori di pecore, e a ricordare il paesaggio vulcanico dell’Alvergnat, con i suoi laghi e i suoi prati. Gli arrangiamenti moderni di Canteloube di queste vecchie canzoni spesso catturano lo spirito degli strumenti come la musetta o la ghironda, invitando i fiati a imitarli grossolanamente e impiegando ritmi tradizionali.