Esordio col botto per Sofiia Yaremchuk che vince la 35^ Confindustria Venezia Venicemarathon in 2h29’12”

Venezia – Non poteva esordire sulla maratona in modo migliore Sofiia Yaremchuk. L’atleta del Centro Sportivo Esercito, allenata da Fabio Martelli, è stata interprete di una gara intelligente e giudiziosa: non ha risposto agli strappi delle atlete africane nei pressi del Parco San Giuliano mantenendo il suo ritmo regolare, per poi riprenderle e superarle lungo il Ponte della Libertà fino alla passerella finale che l’ha portata a chiudere sul traguardo in Riva Sette Martiri con l’eccellente crono di 2h09’12”. Nettamente staccate le altre favorite, che avevano corso con l’azzurra per lungo tempo: 2h31’17” per la keniana Marion Kibor seconda; 2h33’50” per l’etiope Megertu Geletu terza.

Era dal 1999 (Sonia Maccioni) che un’italiana non saliva sul grandino più alto del podio della Venicemarathon, mentre in campo maschile l’ultima vittoria in azzurra risale al 2017 per opera di Eyob Faniel.
“Sono felicissima di queta vittoria, ci speravo tanto e ci ho creduto fino in fondo. Mi sono resa conto che avrei potuto farcela, quando sono rimasta nel gruppo di testa. Temevo un pò i ponti di Venezia, ma il pubblico mi ha dato la carica giusta per stringere i denti e inserire l’allungo finale. Dedico questa vittoria al Centro Sportivo Esercito e spero che questo sia solo l’inizio”.

Gara ‘pazza’ quella maschile: dopo essere passati in un veloce 1h03’58” alla mezza maratona, il terzetto degli atleti favoriti, composto dai keniani Justus Kangogo, Geoffrey Yegon e Gilbert Chumba, si è prima sfaldato e poi ha perso di inerzia, permettendo l’incredibile ritorno del quarto connazionale, Anderson Seroi. L’atleta keniano, che aveva perso contatto già dopo pochi chilometri dai primi ed aveva oltre un minuto di ritardo alla ‘mezza’, ha messo in atto una rimonta pazzesca sul Ponte Della Libertà, per poi superare a velocità quasi doppia i battistrada sui ponti di Venezia. Andreson Seroi ha chiuso sul traguardo di Riva Sette Martiri in 2h12’21”, migliorando di quasi un minuto e mezzo il suo precedente primato. Al secondo posto è giunto Julius Kangogo (2h13’34”) e terzo Gilbert Chumba (2h13’55”) che torna così sul podio dopo il secondo posto del 2018. Quarto, con una prova di grande spessore, l’azzurro Marco Salami (2h14’57”) all’esordio nella specialità. Il 36enne atleta del CS Esercito seguito da Piero Incalza, all’esordio sulla specialità, è stato bravo a mantenere un ritmo regolare per tutta la gara, finendo non lontano dai primi e mostrando ottimi margini di miglioramento.

“Sono molto felice di questo debutto. Ho corso in progressione e regolare, cosa non semplice per uno che viene dalla pista, e mi sono stupito di me stesso per come ho saputo gestire bene la gara e arrivare non distrutto al traguardo” – ha dichiarato Marco Salami al traguardo.

La VM10K hanno incoronato due giovani promettenti. Tra gli uomini, si è imposto Andrea Mason della Silca Ultralite Vittorio Veneto, che con 35’13” ha domato la concorrenza del favorito Pietro Sartore (Atl. Vicentina, 35’22”) e di Stefano Ghenda della Trevisatletica (35’52”).

Tra le donne, trionfo della ‘figlia d’arte’ Chiara Pizzolato. La 19enne dell’Atletica Vicentina, figlia del grande maratoneta Orlando Pizzolato (trionfatore due volte alla Maratona di New York ealla Venicemarathon nel 1988) ha fatto una gara in solitaria, arrivando al traguardo in 39’50”, con grande margine sulle avversarie. Elisa Commisso (Aristide Coin Venezia) si è classificata seconda in 40’28”, mentre al terzo posto è giunta Sharon Giammetta (Biotekna Marcon) in 41’12”.

Immagini di Matteo Bertolin