“COMMEMORARE UNA STRAGE” di Lia Luchetti

In “COMMEMORARE UNA STRAGE. La memoria pubblica di Piazza Fontana, 12 dicembre 1969Lia Luchetti – inserendosi nel filone culturalista dei memory studies – illustra “come e in quale misura i codici estetici possono intervenire nella formazione della conoscenza del passato, in particolare nelle giovani generazioni, e nella riconfigurazione della memoria pubblica di una comunità”.

 Cinema, teatro, fumetto, letteratura, musica, pittura: ogni linguaggio artistico ha contribuito a diffondere il messaggio di denuncia su quel pomeriggio di terrorismo e a mantenerne vivo il ricordo.

 

Il testo, una ricerca di ambito sociologico, è così definito in Prefazione, sempre da Anna Lisa Tota: “Questo libro non è soltanto un pezzo di solida sociologia, una ricerca importante su una questione delicata e centrale nel dibattito dei memory studies internazionali. Esso rappresenta un contributo imprescindibile nel quadro di quella sociologia militante, alla quale abbiamo dedicato la nostra vita di studiosi e studiose. Una sociologia che crede fermamente nella sua capacità di incidere sul mondo che la circonda, una sociologia i cui risultati empirici sono pensati come elementi irriducibili, tasselli, grimaldelli capaci di produrre trasformazione sociale e di consolidare quelle condizioni di visibilità pubblica che agevolano e sostengono i percorsi della giustizia, anche quando da qualche parte questi ultimi paiono incepparsi. Libri come questo danno voce allo sdegno disperato dei famigliari delle vittime e delle loro associazioni, documentano l’indignazione di una società civile che ritiene assolutamente necessario ottenere verità e giustizia, in quanto si considera saldamente radicata in un tessuto politico e sociale democratico“.

 

Lia Luchetti insegna Sociologia della comunicazione e dei media presso l’Università Roma Tre.

Lo studio – scrive l’autrice – intende “offrire una disamina delle forme culturali che hanno messo a tema la strage di piazza Fontana nei diversi ambiti, mediali e artistici. Analizzeremo le modalità in cui la narrazione della strage è stata proposta nel corso degli anni e le vicende istituzionali che hanno portato a una certa rappresentazione dell’evento piuttosto che ad un’altra, con lo scopo di esplorare la rilevanza e la visibilità delle forme culturali nella sfera pubblica e mettere in luce i processi di negoziazione fra i diversi gruppi sociali che in passato e ancora oggi competono per fissare e legittimare la versione pubblica di questo evento”. Una parte finale è dedicata allo studio dei cambiamenti di struttura dell’evento commemorativo a causa dell’evento pandemico, in occasione del 51° anniversario della strage. Le piattaforme digitali hanno amplificato le possibilità ma anche posto in evidenza alcune difficoltà, tra presenza e distanza.

 

Un’appendice online è a disposizione dei lettori nell’area multimediale del sito della casa editrice, e propone il testo delle interviste effettuate ai familiari delle vittime della strage e alla famiglia Pinelli.

Qui due estratti delle lettere dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Piazza Fontana e di Claudia Pinelli:

 

L’Associazione “Piazza Fontana 12 dicembre 69 Centro Studi e Iniziative sulle stragi politiche degli anni 70” ringrazia Lia Luchetti per l’analisi relativa ai mezzi di comunicazione della memoria della strage svolta nell’ambito della sua ampia ricerca confluita nel volume Commemorare una strage. La memoria pubblica di Piazza Fontana, 12 dicembre 1969. L’obiettivo dell’Associazione è realizzare il passaggio del testimone della memoria alle giovani generazioni per non dimenticare gli eventi accaduti e le storie delle vittime e dei loro famigliari, al fine di provare ad evitare che la storia si ripeta.

 

Non è scontato affrontare in ambito sociologico vicende storiche complesse come la strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano e soprattutto parlare della morte di Giuseppe Pinelli, mantenendo sì un rigore di analisi, ma con il coraggio di scostarsi dalla narrazione ufficiale, valutando prospettive diverse, come quelle artistiche, e, analizzando le modalità di trasmissione della memoria. Come non è scontato riconoscere il contributo della testimonianza attiva e non rassegnata di chi ha portato avanti istanze di verità e giustizia e, pur nella pervicace frustrazione di un riconoscimento in un’aula di tribunale, può essere una risorsa per affrontare pagine di storia che in troppi avrebbero voluto venissero dimenticate.