A Mazara per “Médèa, arcana opera in canto” un pensiero commosso per Marisa Leo

Grandissimo successo di pubblico per “Médèa, arcana opera in canto”, drammaturgia in lingua madre dello scrittore e regista Giacomo Bonagiuso, ieri sera in piazza della Repubblica a Mazara, dove è andata in scena in una versione speciale corredata da videomapping di Benito Frazzetta con disegni esclusivi dell’artista Vito Adamo, e in un clima di comprensibile raccoglimento collettivo, che ha visto tutti i presenti con al polso un nastro rosso come segno di partecipazione emotiva al dramma che ha coinvolto le comunità del territorio in seguito all’omicidio di Marisa Leo, e al conseguente suicidio del suo stesso esecutore. Alla fine sono stati dedicati a Marisa i saluti finali. Più di cinquecento le persone partecipanti con tante altre in piedi ad assistere.

“Vi sarete accorti che abbiamo portato in scena questo spettacolo con  un nastro rosso al polso – ha detto, appunto, Giacomo Bonagiuso – . Marisa Leo è stata ammazzata a pochi chilometri da qui. Ennesimo femminicidio per cui ci indigniamo tutti.  All’arte si chiede sempre di prendere posizione, di dire, di fare. Noi oggi rinunciamo ai saluti finali, per dedicare un pensiero a Marisa. Crediamo che la società debba però risolvere un problema legato alla identità maschile, troppo spesso connessa con il mito della forza e del possesso”. Il regista ha ringraziato per quest’appuntamento inserito in “Tesori dal Blu”, il Comune di Mazara, il sindaco Salvatore Quinci, la CK Associati, il Ministero dell’agricoltura, evidenziando ancora la necessità di un un cambio di rotta culturale nelle relazioni tra le persone.

Protagonisti dello spettacolo – riproposizione moderna del mito euripideo di Medea, riscritta in siciliano arcaico, e messa in scena in allestimento musicale interamente cantato, così come avveniva originariamente nelle tragedie greche – sono stati Roberta Scacciaferro, Riccardo Sciacca, Gabriele Genna, Vincenzo Di Vita, Erika Cusumano, Federica Nuccio, Gloria Stallone, Matilde Fazio e lo stesso Giacomo Bonagiuso. L’ingresso era libero.