FALSI ENTI NO-PROFIT: ACCERTATA EVASIONE DI OLTRE 300 MILA EURO

Nell’ambito dell’attività operativa volta alla tutela delle entrate dello stato ed al contrasto dell’economia sommersa, i finanzieri della Guardia di Finanza di Carpi hanno recentemente concluso una articolata attività ispettiva nei confronti di un circolo, mascherato sotto la forma giuridica di associazione di promozione sociale, che invece svolgeva una vera e propria attività commerciale di intrattenimento e spettacolo (night-club) e somministrazione di bevande al pubblico. I riscontri eseguiti hanno permesso di qualificare il “night-club” come evasore totale: il suo titolare ha, infatti, omesso di presentare le prescritte dichiarazioni fiscali per gli anni dal 2010 al 2012 pur avendo realizzato ricavi per oltre 300.000 euro. Inoltre, è stato accertato che 18 persone, tra baristi ed entreneuse, vi lavoravano completamente “in nero”. La finta associazione no profit è stata individuata a conclusione di pregresse indagini di polizia giudiziaria per il reato di sfruttamento della prostituzione, avviate sulla base degli elementi informativi raccolti nell’ambito dell’attività di controllo economico del territorio, che, attraverso l’acquisizione di documentazione extracontabile in sede di perquisizione e l’analisi dei flussi finanziari richiesti tramite l’esecuzione di mirate indagini bancarie, hanno fatto emergere come si fosse in presenza di una vera e propria realtà imprenditoriale. Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle carpigiane, che rientrano nella più ampia attività di contrasto all’economia sommersa nella duplice forma dell’evasione totale e dello sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero”, hanno dimostrato come l’ente in questione, al contrario delle finalità non lucrative formalmente espresse nello statuto, che gli avevano garantito di beneficiare (indebitamente) del regime tributario di favore previsto per il cd. “terzo settore”, di fatto si occupava a tempo pieno di attività finalizzata esclusivamente al profitto. La totale assenza dei requisiti relativi alla partecipazione alla vita ed alla gestione dell’associazione da parte dei soci, la mancanza di validità delle assemblee, nonché la distribuzione degli utili all’unico amministratore della “società” hanno comportato l’assoggettamento dell’attività verificata alle vigenti disposizioni normative in materia fiscale e tributaria previste per i bar e gli esercizi similari. L’attività di servizio posta in essere, quale strumento di contrasto ai fenomeni generali di illegalità ed abusivismo commerciale ed in particolare a quelle forme di sleale concorrenza fiscale e contributiva praticate da soggetti che solo apparentemente e con sistemi artificiosi si presentano come enti non lucrativi, risponde, quale linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, all’obiettivo di assicurare una concreta e diffusa tutela alle imprese ed ai cittadini onesti che operano nella piena e completa osservanza della legge, salvaguardando le reali forme associazionistiche e le attività a forte impatto sociale e territoriale con minima rilevanza economica e l’intera collettività attraverso un fisco più equo e proporzionale all’effettiva capacità di ognuno.