BOLOGNA: BANCAROTTA FRAUDOLENTA CONCLUSE LE INDAGINI

Si è conclusa l’indagine svolta, con il coordinamento del Sostituto Procuratore – Antonio GUSTAPANE – della Procura della Repubblica felsinea, dai finanzieri del Comando Provinciale di Bologna a seguito del fallimento di una nota società di Zola Predosa che produceva componenti destinate al settore motociclistico. L’Autorità Giudiziaria ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di 11 soggetti per i reati di bancarotta fraudolenta aggravata e di omesso versamento di ritenute fiscali e previdenziali, al termine delle investigazioni delle Fiamme Gialle. I militari del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna sono riusciti, attraverso una complessa attività investigativa caratterizzata da una certosina analisi economico-finanziaria dei rapporti intercorsi tra diverse aziende riconducibili agli imprenditori indagati, a documentare all’Autorità Giudiziaria circostanziate responsabilità a carico dei soggetti coinvolti che, mediante la sistematica commissione di una serie di operazioni commerciali e societarie preordinate e finalizzate esclusivamente a svuotare e depauperare il patrimonio della società bolognese, l’hanno portata al fallimento. Nel corso delle indagini è stato eseguito il sequestro preventivo delle quote societarie di n. 2 aziende della provincia di Chieti, partecipate e controllate dalla società bolognese fallita, riconducibili al medesimo contesto imprenditoriale sottoposto alla procedura fallimentare. Nel complesso, oltre ai reati fallimentari, è stato accertato l’omesso versamento delle ritenute d’acconto obbligatorie relative ai lavoratori dipendenti per oltre 1 milione e 200 mila euro, nonché l’omesso pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, per la quota a carico dei lavoratori dipendenti, per oltre 500 mila euro. Il Pubblico Ministero ha quindi esercitato l’azione penale, oltre che per gli amministratori della società fallita e di altre aziende coinvolte negli illeciti, anche dei sindaci, ritenuti responsabili di aver aggravato il dissesto della società per non aver convocato l’assemblea dei soci a cui rappresentare le irregolarità riscontrate e per non aver richiesto al competente Tribunale di nominare un liquidatore. Il risultato conseguito testimonia il costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Bologna e dall’Autorità Giudiziaria a tutela dell’economia legale e, in particolare, a contrasto dei reati fallimentari.