GDF VARESE. “OPERAZIONE SPARKLING FRAUD”

I militari della Guardia di Finanza di Malpensa hanno portato a termine un’articolata operazione denominata “Sparkling Fraud”, avente a oggetto l’aggiramento fraudolento della normativa IVA, in tema di Tax-Free. In particolare, è stata accertata una vasta truffa ai danni dello Stato perpetrata su tutto il territorio nazionale compiuta mediante un fraudolento ricorso al beneficio, spettante ai viaggiatori residenti fuori dal territorio dell’Unione Europea, di acquistare beni senza il pagamento dell’IVA. I soggetti (sia persone fisiche che giuridiche) sottoposti ad indagine hanno, a vario titolo, posto in essere numerose condotte fraudolente tese ad ottenere un indebito vantaggio consistente nel mancato pagamento dell’IVA sulla compravendita di orologi di lusso di importanti marchi provocando, in tal modo, un danno accertato all’Erario che ammonta, nel complesso, a quasi 3 milioni di euro, importo corrispondente al totale dell’imposta non versata. Infatti, al fine di poter giustificare, da un punto di vista documentale, lo sgravio d’imposta applicato, così come prescrive la legge, il sodalizio criminale si impegnava a restituire ai gioiellieri le fatture d’acquisto senza IVA sulle quali era apposto un timbro contraffatto dell’Ufficio delle Dogane dell’Aeroporto di Malpensa, per simulare l’avvenuta esportazione. Durante le complesse indagine svolte sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Busto Arsizio nella persona del procuratore Gian Luigi Fontana e della Dottoressa Raffaella Zappatini, è stata accertata l’esistenza di accordi fraudolenti tra diversi gioiellieri ed alcuni cittadini di nazionalità italiana, cinese e malese, che acquistavano un numero ingente di orologi di lusso, pagandoli quasi sempre in contanti per importi rilevanti. Unica condizione posta per perpretare l’illecito vantaggio era che i negozianti fossero disposti ad emettere fatture senza IVA, intestate in modo fittizio a soggetti, assolutamente ignari, previa consegna della copia fotostatica dei loro passaporti. I principali autori dell’attività illecita perpetrata dalla compagine criminosa sono due italiani S.L.A. di anni 37 e R.V. di anni 44 ed un cittadino di nazionalità cinese tale S.M.F. di anni 39; gli stessi hanno posto in essere un’articolata serie di operazioni finalizzate alla truffa ai danni dello Stato che si concretizzava, materialmente, attraverso l’utilizzo di dati anagrafici di ignari soggetti a nome dei quali venivano emesse fatture non imponibili ai fini IVA. La normativa in materia di “Tax Free” permette, agli acquirenti domiciliati e residenti fuori dall’Unione Europea, di ottenere lo sgravio dell’IVA pagata sui beni acquistati dal venditore italiano o il rimborso successivo dell’IVA stessa, laddove si realizzino i presupposti previsti dalla legge. Le fatture emesse nel periodo oggetto di indagine e sulle quali è stata accertata l’apposizione del visto doganale artefatto sono state quantificate in 1.491, per un importo complessivo di circa 12 milioni di euro. L’attività investigativa permetteva di riscontrare che la predetta documentazione fiscale veniva intestata, come descritto in precedenza, a soggetti extracomunitari non presenti all’atto della cessione e, soprattutto, assolutamente ignari di avere effettuato acquisti di orologi di lusso; tale modus operandi, infatti, si compiva esclusivamente dietro presentazione della copia fotostatica del passaporto di cittadini extracomunitari estranei alla vicenda che, a loro insaputa quindi, figuravano acquirenti di orologi di pregio ed in taluni casi le stesse copie dei passaporti sono state utilizzate più volte per effettuare gli acquisti dei beni di lusso in parola. Le modalità scelte dai cedenti per emettere le fatture acquisite nel corso delle indagini sono anch’esse insolite, in quanto, in più del 99% dei casi, le fatture sono state emesse senza avvalersi delle società di Tax Refund, ossia di quelle società cui si affidano i cedenti per avere il rimborso dell’IVA, nel caso di operazioni effettuate nei confronti di viaggiatori extracomunitari. L’attività illecita posta in essere, tuttavia, non sarebbe stata possibile senza la necessaria connivenza delle società attenzionate nel corso dell’attività investigativa e per le quali è scattato il deferimento all’Autorità Giudiziaria. In totale sono state coinvolte nell’indagine n. 29 persone fisiche e di queste ben 17 sono indagate in qualità di amministratori di altrettante società che emettevano le fatture secondo le modalità fraudolente descritte accettando, nella maggior parte dei casi, pagamenti con denaro contante anche per importi rilevanti in palese violazione della normativa antiriciclaggio e della normativa sulla limitazione dell’uso del contante, attualmente in vigore. L’operazione in parola recentemente portata a termine dalle Fiamme Gialle di Malpensa con l’aggressione dei patrimoni a garanzia del credito Erariale, ha permesso di sottoporre a sequestro preventivo n. 44 conti correnti, n. 23 unità immobiliari, n. 10 quote societarie, n. 1 auto e n. 4 moto per un importo complessivo pari a circa 3 milioni di euro, cifra corrispondente all’IVA evasa. E’ stata altresì contestata, a tutte le Società coinvolte, la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, introdotta nel nostro ordinamento dal Legislatore nel 2001 per i reati commessi dai soggetti che operano nel contesto operativo delle stesse, che prevede pesanti sanzioni comminate dal Giudice in sede di condanna. Lo scalo intercontinentale di Malpensa, come si evince anche da questa operazione di servizio condotta dalla Guardia di Finanza, si conferma come uno dei principali presidi a tutela della legalità economico-finanziaria. L’evasione fiscale infatti oltre ad alterare le regole del mercato e a danneggiare i cittadini e gli imprenditori onesti produce altresì effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza fra imprese, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale per i cittadini onesti.