Lasciate che i bambini vengano a me

Mc 10,2-6
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla". Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto". A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio". Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso". E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

di Ettore Sentimentale

Questo episodio sembra insignificante. Tuttavia racchiude un sottofondo di importanza vitale per i discepoli di Gesù. Mi soffermo sulla seconda parte del brano, visto che sulla prima parte avremo una vistosa ricchezza di contributi in occasione del prossimo Sinodo sulla Famiglia. Secondo il racconto di Marco alcuni cercano di avvicinare a Gesù dei bambini che gironzolano da quelle parti. E chiedono al Maestro che li tocchi per comunicare loro la sua forza vitale. Un gesto che all’apparenza sapevadi credenza popolare.
Davanti a questa scena i discepoli si infastidiscono e cercano di impedirli. Vogliono alzare un cerchio attorno a Gesù. Si arrogano il potere di decidere chi o no deve arrivare fino a Gesù. E si frappongono fra Lui e i più piccoli, i più fragili e bisognosi di quella società. Invece di facilitare l’accesso a Gesù, lo ostacolano.
I discepoli hanno dimenticato troppo in fretta il gesto di Gesù che qualche giorno prima aveva posto al centro del loro gruppo un bambino in modo che apprendessero che sono i piccoli che devono stare al centro e ricevere tutta l’attenzione, cominciando proprio dai seguaci del Maestro. Hanno pure dimenticato con quale decisiva delicatezza Gesù lo abbia abbracciato proprio davanti a tutti, invitandoli ad accoglierlo nel suo nome e con lo stesso affetto.
Ora Gesù si indigna. Questo comportamento dei suoi discepoli è intollerabile. Infastidito, ordina loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite”. Chi ha insegnato loro ad agire in modo palesemente contrario allo stile di Cristo? Sono proprio i piccoli, deboli e indifesi, i primi che devono avere libero accesso a Gesù.
La motivazione di questa ingiunzione, poi, è molto profonda perché obbedisce ai disegni del Padre: “a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio”. Detto in altre parole: nel regno di Dio quelli che disturbano non sono i piccoli, ma i grandi e potenti, quelli che vogliono dominare ed essere i primi.
Il centro della comunità cristiana non deve essere occupato da persone forti e potenti che impongono agli altri le loro idee. Nella comunità dei seguaci servono uomini e donne che cercano l’ultimo posto per accogliere, servire, abbracciare e benedire i più fragili e bisognosi. Il regno di Dio non si diffonde attraverso le imposizioni dei grandi ma con l’accoglienza e la difesa dei piccoli. Quando questi ultimi stanno al centro dell’attenzione e delle cure degli uomini (cristiani), lì è presente il regno di Dio, la società secondo il disegno del Padre.