TERZO LIVELLO, E’ FACILE FARE I MORALISTI IL GIORNO DOPO

Un mio amico, mi ha chiesto un parere sulle ultime disgrazie della politica messinese. Che ci sono. E sono tante. L’inchiesta della Procura denominata “Terzo livello” ha ridato voce ai tanti paladini da salotto circa la qualità mediocre della classe dirigente e, quasi per magia, anche qualche pezzo autorevole della stampa, intona appassionatamente la sua canzone moralizzatrice.

E di sicuro, un ulteriore inasprimento dell’effetto “riflettori”. In tutta onestà, non sono meravigliato dell’esito dell’inchiesta né dalle trombe del giudizio: questa città ha metabolizzato tante porcherie e tante nefandezze che non possono essere le gesta della Barrile a destare scalpore né a inquietare i moralizzatori del tanto a chilo.

Censori benemeriti, certo: perché il territorio l’abbiamo sconciato, il commercio l’abbiamo effettivamente inquinato, e l’effetto Palazzo, inteso come raccomandazione, forse c’è (quel forse mi costerà alcune amicizie: pazienza). Ma questi censori a convenienza sono troppo miopi. E soprattutto: sono troppo facili a perdonare i potenti o presunti tali.

Credo che la supponenza di taluni professionisti dell’antimafia abbia modificato la situazione, in peggio. Tutto si fa in base alla visibilità mentre il controllo, la lotta al crimine, alla porcheria, deve essere quotidiana, seria, e senza scopo di lucro.

Non andate di matto ma sono dell’avviso che ognuno fa, quello che gli altri permettono. Nel caso della Barrile o di altri prima di lei, mi chiedo dove erano sindaco, assessori, consiglio comunale, censori? Sicuramente a essere gentili, tutti erano un po’ distratti.

Eppure i segnali c’erano, eccome. Ma il giorno dopo il fattaccio, sulla Barrile, è proprio così: siamo tutti d’accordo. Potevamo non indignarci?

Sulla lotta alla cialtroneria siamo sempre tutti d’accordo. D’ accordissimo poi quando si tratta di andare in prima pagina o nei salotti televisivi. Tutti d’accordo quando il presunto potente cade dal piedistallo,

E così l’etica, la legalità, il controllo del Palazzo rischia di presentarsi come una diagnosi gentile, una cura indolore di tutti i mali. Al di là dell’angolo ci aspetta, se saremo buoni e bravi, il premio cronista dell’anno. O lo sciocco utile al Sistema.

Eh, sì cari messinesi, amici censori, paladini del giorno dopo, dormite pure sonni tranquilli: non c’è guadagno, non c’è progresso senza pagamento di un qualche pedaggio.