Tavola di Pasqua: per non uccidere gli agnelli, coltivare la carne?

Le campagne di sensibilizzazione hanno fatto crollare il consumo della carne di agnello del 50 per cento tra il 2016 e il 2020 (dati Istat), un calo che continua anno dopo anno. Eppure ancora nel 2020 sono stati uccisi in Italia 2 milioni di agnelli. Il 33 per cento viene importato da Ungheria, Bulgaria, Spagna e Francia anche dopo 30 ore di viaggi estenuanti.

Sensibilizzazione sul benessere animale, sulla percezione che sono esseri senzienti e su una alimentazione sempre più cosciente e responsabile: mangiare un essere che ha vissuto sotto stress e imbottito di antibiotici siamo sicuri che non fa bene. La conseguenza porta a un consumo di carne più consapevole della vita che ha fatto l’animale prima di finire sulla nostra tavola, se non proprio ad eliminare la carne e in alcuni casi i suoi derivati.

Anche il settore della ristorazione si e’ adeguato con sempre più locali che propongono menu’ vegetariani e vegani, e da qualche tempo anche ad investire su possibili cibi coltivati in laboratorio che forniscono tutti i fabbisogni proteici e alimentari senza che ciò comporti l’uccisione di un essere senziente. Oltre a questi vantaggi etici si aggiungono anche quelli ambientali: il cibo coltivato potrebbe ridurre le emissioni di gas serra del settore del 92% grazie all’uso delle energie rinnovabili, produrre il 93% in meno di inquinamento, ridurre del 95% il consumo di suolo e del 78% quello di acqua.

La tecnica è quella già in uso nella medicina rigenerativa: si prelevano cellule da un muscolo vivente per coltivarle in un bioreattore che riproduce le stesse condizioni del corpo animale (temperatura, acidità, ph, etc.) e l’alimentazione avviene con una miscela di nutrienti affinché le cellule si moltiplichino in maniera esponenziale. Una volta che il processo è partito, teoricamente è possibile continuare a produrre carne all’infinito senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente.

Al momento il Governo ha approvato un disegno di legge che mette al bando ricerca, produzione, importazione e commercializzazione del cibo sintetico (1). Ci appelliamo a rivedere questa posizione oscurantistica contro la ricerca biotech e questo settore in crescita di investimenti e di risultati.

Donatella Poretti, consulente Aduc

 

Qui un nostro articolo che spiega il processo del cibo sintetico: https://www.aduc.it/articolo/carne+coltivata+laboratorio+carne+ottenuta+dall_36070.php

 

1 – https://www.aduc.it/articolo/cibo+sintetico+ancora+provvedimento+bacchetta_36046.php