Se la Commissione antimafia torna a Messina

Commissione Antimafia in visita a Messina – Com’è difficile la democrazia. Non ti dà mai la soddisfazione di aver ragione in tutto. Ci pensi, da cittadino responsabile. Ti informi. Ti guardi in giro. Prendiamo il caso della lotta alla mafia: da principio era sembrato che il problema fosse semplicissimo. Siamo o non siamo andati – tutti – a seguire qualche processo in Corte d’Assise? Abbiamo o non abbiamo direttamente ascoltato le grandi arringhe dei grandi avvocati? E allora perché tante storie? Il processo è pubblico. In questa certezza – che ci pareva saldissima, poi si è rivelata provvisoria. L’indagine è segreta, ma il dibattimento è pubblico.

Nell’interesse di tutti: la pubblicità del dibattimento è una garanzia di trasparenza dell’amministrazione della giustizia. Per fortuna che è arrivata la Commissione antimafia a fare chiarezza sui misteri di Messina. Chissà cosa è venuto a galla. Siamo curiosi. L’unica certezza è che l’emergenze del territorio – giudiziarie e ambientali – sono state identificate da un gruppo di esperti – rigorosamente selezionati da qualche massima autorità in materia – che dopo aver lavorato 24 ore a porte chiuse, illustreranno le loro conclusioni al pubblico con un seminario. Ce ne sarà sicuramente uno o più di uno con tanto di platea selezionata e telecamere. Queste occasioni di legalità ti portano fuori con il pensiero, ma al tempo stesso ci hanno permesso di rivedere i nostri sbagli, il presente e ancor più il futuro.

Dopo aver appreso che ci sono dei bravissimi esperti sui problemi giudiziari e sociali della provincia di Messina che lottano per noi comuni mortali abbiamo riacquistato fiducia nelle nostre istituzioni che avevamo perso. Ma la cosa più importante è che ora viviamo con la speranza che un giorno potremo varcare quel portone che ora tanto disprezziamo, ma che porta alla libertà!

Dunque? L’aria della città fa male? E’ certo. Ma non è possibile dire quanto. Noi non siamo a conoscenza delle trame di palazzo né siamo esperti. Qui bisogna fermarsi un momento a riflettere: denunciare il male e combatterlo è un segno di grande vitalità.

Per il futuro, ci auguriamo solo che Messina torni quella che era: una città che ha accolto tutti, senza distinzioni, e ha dato lavoro. Richelieu ha scritto nei suoi Diari: Chi va al potere ruba, però guai a chi ruba contro l’interesse dello stato. La gente che fa il proprio dovere c’è: pesa sulla realtà ma non conta in politica. In una società fondata sull’economia, dovremmo ricordarci che il benessere, il boom, lo crea la gente che lavora, non chi lo amministra.