Reddito di cittadinanza ‘solo agli italiani’, ma pagato anche dagli stranieri

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Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, capo politico del M5S, annuncia che l’annunciato reddito di cittadinanza andrà solo agli italiani.

A parte la probabile incostituzionalità di una norma previdenziale che discrimina in base all’italianità, pensiamo a cosa debba provare chi lavora regolarmente in Italia senza averne il passaporto: con le tasse che versa allo Stato, egli contribuirà a pagare il reddito di cittadinanza agli italiani che non lavorano, ma non potrà usufruirne. Poco importa se dura fatica ad arrivare a fine mese svolgendo lavori così umili che gli italiani li rifiutano. Italiani che poi pretendono di essere retribuiti con le tasse versate da chi quei lavori li fa ogni giorno.

Un’ottima ricetta per creare ghetti, risentimento e guerre tra poveri. O più semplicemente, perpetrare un’ingiustizia degna dello scorso secolo.

Inutile ogni considerazione sul cinismo reazionario di una decisione del genere. La rabbia verso lo straniero è ormai stata alimentata e cavalcata troppo abilmente in questi anni perché noi “italiani” possiamo uscirne ragionando. Il vittimismo melodrammatico che caratterizza l’italiano medio,  convinto di essere vittima del mondo intero, non poteva che trasformarsi in rabbia e vendetta di fronte ad abili pifferai.

L’unica consolazione è che se il reddito di cittadinanza fosse riservato solo alla razza italiana sarà quasi certamente dichiarato incostituzionale fra qualche anno … sempre che la Corte Costituzionale sopravviva alla rabbia e alla vendetta dei governanti, come già accaduto in Ungheria e in Polonia.

 

Pietro Moretti, vicepresidente Aduc