RADIO ZANCA: A MESSINA CERCASI BUONA POLITICA

Messina – C’è una domanda tra le tante che vorrei fare al sindaco di Messina, Federico Basile, ai suoi assessori ma soprattutto, ai neo consiglieri comunali sul funzionamento della nave “Palazzo Zanca”:  come funzionano i municipi, qual è la loro struttura, quali sono gli atti programmatori su cui sono chiamati a esprimersi?

Amministratori, non siate come al solito permalosi. Perché a Milano, su questo tema ci stanno facendo un ciclo di incontri “Formazione decentramento”. Quando si dice il progresso. Ci si fa sopra dell’ingiusta ironia, a volte. Ma è lì: luminoso, innegabile. 

L’obiettivo del corso, strutturato in sei moduli da due ore ciascuno, è quello di fornire nozioni sul funzionamento e sulla struttura amministrativa del Comune di Milano e dei nove municipi.

“Formazione decentramento” è il primo nel suo genere a essere promosso dall’Amministrazione milanese e dà il là a un percorso di formazione reciproca, che vedrà coinvolti in futuro anche consigliere, consiglieri e la Giunta comunali.

Proprio la formazione rappresenta, infatti, uno dei tre pilastri – insieme alla valorizzazione dei luoghi decisionali, quali Osservatorio e Conferenza dei Presidenti, e alla codificazione di precise prassi – alla base della delibera sul decentramento e valorizzazione dei municipi varata nel marzo scorso.

Prendiamo il caso dello studio delle norme che regolano la vita amministrativa di una città. Nei comizi elettorali, in quelli spacciati per interviste, tutti sapienti, dotti, professori. Ma poi, messi alla prova… solo delusioni se non manette! Ah, la politica, quant’era difficile, una volta andare al Consiglio comunale, poi addirittura essere scelto, come assessore o esperto, nemmeno a parlarne. Chi se lo poteva permettere? Mentre oggi una città come Messina è piena tutto l’anno di giovanotti (giovanotte) che seguono cinguettando i loro bravi consigli comunali o circoscrizionali. Per non dire dei metodi e degli strumenti: strabilianti. Quasi fossero dotati di videocassette: per qualcuno purtroppo, spiace dirlo, occorre il dialogo in lingua originale, sottotitolato. Per leggere poi le loro riflessioni quasi si trattasse di classici stranieri antichi e moderni, ci vogliono i testi con traduzione a fronte. Le librerie di Messina ne traboccano.

Ma torniamo alle cose serie. Il ciclo di incontri su “Formazione decentramento”  avrà come destinatari i 270 componenti dei consigli e delle giunte municipali di Milano; a condurre questi momenti formativi ci saranno dirigenti ma anche esperti dell’Amministrazione che avranno il ruolo di calare nel concreto le nozioni sul funzionamento dell’Ente.

La prima sessione, focalizzata sul modulo dal titolo “Competenze, funzioni e processi tipici degli Organi municipali”. I relatori saranno il Vice Segretario Generale Vicario e la Direttrice della Direzione Servizi Civici e Municipi.    

La seconda lezione, che si svolgerà il 12 luglio, sarà dedicata all’Ordinamento finanziario e contabile, la terza al tema della Comunicazione, la quarta sarà rivolta all’approfondimento del Piano triennale delle opere pubbliche, la quinta alle iniziative municipali e l’ultima verterà sulla struttura organizzativa dei municipi e del Comune.

Cari messinesi, per fortuna c’è sempre qualche città, qualche Amministrazione pubblica che offre spunti interessanti per far ripartire l’economia, l’educazione civica, la cultura. Nonostante viviamo nell’era della comunicazione, sembra che a Messina, tredicesima città d’Italia – sì: vi voglio commuovere – tutto è terribilmente più difficile. Per imparare la buona politica non c’erano che le due lezioncine settimanali al bar di Piazza Cairoli o a quello dello Sport, tra un tempo e l’altro, della partita di calcio del glorioso Messina, targato Franza.

La politica non dovrebbe essere un servizio gratuito per il bene della comunità?

Quante volte l’abbiamo sentita questa parabola… Persino dei nostri amatissimi “professori” sospettavamo che i concetti etici e le norme penali non le padroneggiassero mica tanto. Del resto, arrivavano persino a teorizzarlo, qualche volta. Ce n’era qualcuno che ripeteva: le leggi bisogna certo conoscerle. Ma applicarle bene, no. Non bisogna. Sarebbe “un segno di debolezza di carattere“. Forti di carattere, abbiamo seguito il precetto. Sicché non abbiamo ricevuto – come Comunità – bene da nessuna delle Amministrazioni che abbiamo ereditato dalla caduta della Prima Repubblica in poi (del resto, abbiamo le nostre difficoltà anche con l’amministratore di condominio). Di qui il nostro incredulo stupore quando incappiamo negli incredibili errori che sentiamo (con le nostre orecchie) commettere in Consiglio comunale o nelle Giunte. Dove bisognerebbe conoscere (o almeno applicare) un codice comportamentale perfetto: la politica fa da modello, fa da esempio, purtroppo.