Messina città scartata. Etica, politica e minacce

Messina città scartata. Con il voto del 24 giugno andrà in archivio anche la campagna elettorale più brutta e virulenta: dove più che i programmi si sono viste polemiche, affondi, personalismi e attacchi velenosi, frasi fatte, cacce alle streghe colpi bassi, con promesse da mille e una notte.

Il problema dei rapporti fra etica e politica è più grave in quanto l’esperienza storica ha mostrato, almeno sin dal contrasto che contrappose Antigone a Creonte, e il senso comune sembra pacificamente aver accettato, che l’uomo politico possa comportarsi in modo difforme dalla morale comune, che ciò che è illecito in morale possa essere considerato e apprezzato come lecito in politica, insomma che la politica ubbidisca a un codice di regole, o sistema normativo, differente da, e in parte incompatibile con, il codice, o il sistema normativo, della condotta morale.

Norberto Bobbio, da MicroMega 4/1986

 

Grande assente la politica. Messina città scartata!

In queste settimane ne ho ascoltate e letto di cazzate: quelli che farebbero sparire il debito del Comune con uno schiocco delle dita. E quelli che insegnerebbero a campare anche alla casa del clero. Insomma, di tutto e di più.

Le promesse si sprecano perché chi muove la macchina di comunicazione si dice convinto che vince chi le spara più grosse. Perché oggi, i conti si fanno con i like sui social: chi ha più pubblico o bulletti al seguito, ha sempre ragione.

Penso che la Digos ne avrà di lavoro straordinario da svolgere per mantenere la sicurezza al minimo sindacale. Comunque oggi ne sapremo di più: qualcuno ci dirà finalmente il nome dei consiglieri eletti a 48 ore dal voto. Nell’era della comunizione globale è un disastro.

Chi gestisce la macchina amministrativa e burocratica dovrebbe spiegarlo ai cittadini che pagano le tasse, dunque il loro stipendio. Non funziona nulla a Palazzo Zanca. E quel poco che otteniamo da cittadini lo paghiamo salato.

 

Messina città scartata

Destra, sinistra, rivoluzionari dal basso, democratici diversi, società civile: il risultato in questi anni è stato il medesimo, non interessano i problemi delle famiglie, dei giovani e dei lavoratori.

Chi orgamizza le segreterie dei candidati più quotati, si preoccupa soprattutto, di come vincere le elezioni e conquistare il potere. Un po’ meno della soluzione dei tanti problemi di Messina. A cominciare dalla grave disoccupazione giovanile e dalla povertà delle famiglie.

L’osceno spettacolo della politica va avanti. Come sempre, con gli stessi interpreti e suonatori: vi dice niente il nome di Mario Bonsignore?

La macchina del tempo è accesa. Dei problemi reali, dei debiti di Palazzo Zanca, dei conflitti d’interesse, dei progetti rimasti fermi nei cassetti, degli incarichi assegnati agli amici degli amici si parlerà alla prossima elezione. Forse.

E domenica 24 giugno, comunque, si vedrà.

Sulle promesse mancate si troverà senz’altro qualcuno da accusare. E, comunque, i messinesi dimenticano facilmente.

La memoria è corta

La campagna elettorale per il faccia a faccia Dino Bramanti – Cateno De Luca è appena partito, ma siamo già al solito e insopportabile mercatino delle illusioni.

E delle minacce, si spera solo verbali, anche se la sostanza non cambia: sempre di violenza si tratta. E la democrazia non è “se parli ti uccido“. 

Messina città scartata

La politica è essere al servizio del popolo, fare gli interessi della gente, migliorare la qualità di vita della comunità, senza figli e figliastri.

A giudicare dalla campagna elettorale, nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto.