Messina al voto: che confusione, città allo sbando

Che confusione. Lo spoglio delle Amministrative di Messina conferma che la città è allo sbando. Non ci sono vincitori ma solo sconfitti.

 

Perché non può esultare Dino Bramanti costretto al ballottaggio nonostante le dieci liste che lo sostenevano (ma sarà stato poi vero?).

Piangono i 5Stelle che una volta di più dimostrano a Messina di non avere il polso della situazione: dal trionfo di marzo alle mazzate di giugno.

Sbagliano candidato e campagna elettorale confermandosi movimento di pancia piuttosto che di testa. E se tanto ci dà tanto, son cavoli amari pure a Roma.

Non è felice neppure Renato Accorinti, sindaco uscente che, forse, finalmente prenderà atto di aver gestito male la città e che da oggi tornerà a fare il contestatore di piazza, cosa che gli riesce meglio. Poi un testa a testa Cateno De Luca – Antonio Saitta per chi sfiderà Bramanti il 24 giugno.

Epperò, regna una discordia confusionaria anche tra loro. Un voto quello di ieri segnato da dossier, minacce e ricatti velenosi che saranno risolti in qualche aula di tribunale. Insomma, ennesina sconfitta della politica: perché a Messina gli avversari sono da polverizzare, con ogni mezzo.

Il Sistema non ammette dissenso: non fa prigionieri, solo terra bruciata contro chi canta fuori dal coro.

E mentre si contano le schede veleni e schizzi di fango volano ovunque. Con i candidati lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere, ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile.

Palazzo Zanca con i suoi debiti riserverà un brusco risveglio. Qualcuno spieghi loro che la città che lavora, paga le tasse e subisce la cattiva amministrazione (sporcizia, topi, disagi, nefandezze di ogni genere) è stufa di duelli, insulti e regolamenti di conti.

Siamo curiosi di conoscere il resto della squadra di Bramanti: non più comparse da soap opera, ma persone di provata competenza e rigore morale.