Libertà di stampa nel mondo: l’Italia risale al 41° posto, ma pesano precarietà e minacce

In un contesto globale dipinto a tinte sempre più fosche, nel 2023 l’Italia recupera posizioni nella classifica internazionale sulla libertà di stampa stilata da Reporter Senza Frontiere, passando dal 58° posto del 2022 al 41° di quest’anno.

«La libertà di stampa in Italia – si legge nella scheda Paese del World press Freedom index 2023 – continua ad essere minacciata dalla criminalità organizzata, in particolare nel Meridione, oltre che da vari gruppi estremisti violenti. Attacchi che sono notevolmente aumentati durante la pandemia e continuano a ostacolare il lavoro dei professionisti dell’informazione, soprattutto durante le manifestazioni».

Pur in un panorama mediatico nazionale che garantisce il pluralismo, in un quadro normativo che, nel 2022, ancora risente di «una certa paralisi legislativa» su temi come la diffamazione, a condizionare il lavoro dei giornalisti, oltre alle intimidazioni e alle minacce, è soprattutto la «crescente precarietà che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia».

Ad aggravare il quadro, le campagne di intimidazione online, spesso orchestrate contro coloro che indagano sulla criminalità organizzata e sulla corruzione. Una ventina, infine, i giornalisti sotto protezione delle forze dell’ordine 24 ore su 24 dopo essere stati oggetto di intimidazioni e aggressioni.

A primeggiare in classifica è stabile la Norvegia. Seguono Irlanda, Danimarca, Svezia e Finlandia. La Grecia è il Paese dell’Unione europea che fa registrare la performance peggiore: si trova al 107° posto su 180, preceduta – per quanto riguarda gli Stati membri dell’Ue – da Malta (84° posto) e Ungheria (72° posto).

Disinformazione, propaganda, intelligenza artificiale: queste alcune delle minacce che in tutto il mondo, rimarca il Rapporto di Reporter Senza Frontiere, mettono a rischio la libertà di informazione.

@fnsisocial