Judenfrei. Avanzano economie e culture

Un negoziante in Germania ha affisso un cartello all’ingresso del proprio negozio con scritto: “Juden haben hier houseverbot!!! Nichts personliches, auch kein Antisemitismus, kann euchnur nicht aussthen” . “Vietato l’ingresso agli ebrei!!! Niente di personale, niente di antisemita, semplicemente non vi sopporto” (1). Il cartello è stato rimosso dalla porta, pur restando  all’interno del negozio. Il proprietario ha rivendicato la sua iniziativa anche in nome della libertà d’espressione.

Abbiamo pensato:

–  a un periodo storico comune a Germania, Italia, Olanda e altri Paesi europei, in cui cartelli del genere erano frequenti e i ghetti ebraici creati nei secoli precedenti per difendere gli ebrei dagli altri, venivano smantellati facendo trasferire le loro popolazioni in alcuni campi in Germania;

– ad alcuni decine di anni fa quando in diverse località del nord Italia comparivano cartelli con “non si affitta a meridionali”.

– etc etc … la difficoltà della scelta per ricordare.

E poi abbiamo pensato all’oggi italico. Con ministri del nostro governo che lodano le figure e le opinioni di personaggi del cosiddetto Maga trumpiano, che talvolta si ammazzano anche fra di loro (Charlie Kirk). E che, in nome della libertà d’opinione che ci vogliono insegnare (ricordiamo il vicepresidente Usa Vance a Munich), vietano alle persone di esprimersi in modo diverso da loro che comandano (Kimmel-Abc).

E  abbiamo pensato ad alcuni sostenitori di Hamas – un misto di ingenui, cretini e complici – tra persone e istituzioni. Inclusi quelli che in scuole e università perorano il “judenfrei”, magari sostenuti anche dalle stesse istituzioni scolastiche e media che dicono di essere indipendenti (2).

E ci siamo posti molte domande, con un diffuso filo conduttore: sono queste le economie e le culture che – AD 2025 – stiamo costruendo dopo che le economie e le culture del “Judenfrei” le abbiamo vissute da secoli, in particolare nel 1900.

Ma come, si potrebbe eccepire, non sono proprio i ministri del nostro governo e i Maga americani che difendono gli ebrei? Sì, così dicono. Ma non possiamo non ricordare che questi ministri non hanno mai reciso i loro collegamenti culturali con lo Judenfrei (guardare i simboli che usano) e che – moneta battente, modello americano – vanno dove porta il vento.

Un minestrone, di pessime verdure, dove tutto è mescolato a tutto. Dove si dice SI’ ma si intende NO, e viceversa. Giocando con le economie e le culture, dove, alla fine, importante è che rimangano il potere, il controllo, la supremazia. Con l’individuo sostituito dal suddito.

Sarà che siamo rimasti al vecchio requisito, in democrazia, dell’importanza di certezze di diritti e doveri.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/vietato+ingresso+agli+ebrei+cartello+all+ingresso_141530.php

2 – https://www.aduc.it/articolo/quando+informazione+indipendente+si+fa+partito_39818.php