Il flop di ItsArt servirà per scelte che non abusino dei soldi pubblici?

La cosiddetta Netfix italiana sembra che sia un flop. Voluta dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, in pieno covid per sopperire alla carenza di eventi culturali in presenza, inaugurata lo scorso 31 maggio, ad oggi ha 50 mila iscritti che, 200mila volte hanno visualizzato qualcosa tra i mille titoli presenti (1) E’ la classifica iniziativa di Stato che ha coinvolto un privato: 51% Cassa Depositi e prestiti, 49% Chili spa. Investimento di 30 milioni di euro, e altri 10 ne dovrebbero arrivare col Ricovery Fund.

Soldi che si stanno avviando vero il cestino dei rifiuti. Se si pensa alle difficoltà che molti contribuenti hanno per sbarcare il lunario quotidiano, esplode qualcosa anche di più della rabbia… ma andava accontentato il ministro con velleità di made in Italy. Velleità anche di basso profilo, visto che non ha coinvolto l’immenso archivio di Rai Play (tra l’altro già consultabile gratuitamente online)… e più di Stato di Rai, per un’iniziativa di Stato, cosa ci sarebbe dovuto essere? Ma forse la Rai non è “roba” che il ministro avrebbe potuto controllare e la trattativa con essa gli avrebbe fattto perdere un qualche potere. E intanto i contribuenti hanno pagato. Cosa si dovrebbe fare per un ministro che dissipa in questo modo i soldi pubblici? Chissà se al governo questi calcoli arrivano e chissà se hanno voglia di trarne le dovute conseguenze.

ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori 

 

1 – dati da Tpi: https://www.tpi.it/politica/franceschini-netflix-cultura-flop-20210929829523/